Uno dei rifugi più amati dell’Appennino settentrionale sorge sulle rive del Lago Santo Parmense, a 1507 metri di quota, ai piedi dello spartiacque che culmina nel Monte Orsaro e nel Monte Marmagna. Inaugurato nel 1882, di proprietà della Sezione di Parma del CAI, il rifugio Giovanni Mariotti è meta in estate di comode passeggiate, e posto-tappa per trekking come l’Alta Via dei Parchi, il Sentiero Italia CAI e la GEA.

La zona è inclusa nel Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.  D’inverno si può salire al rifugio da Lagdei, e proseguire con le ciaspole verso la conca compresa tra il Monte Marmagna e il Monte Aquila. Per salire ai 1851 metri della vetta del Marmagna, se la neve è stata compattata dal vento, servono invece la piccozza e i ramponi.

Il rifugio (0521.889334, 334.3161069, www.rifugiomariotti.it) è saltuariamente aperto e gestito anche d’inverno. Quando la piccola seggiovia che sale verso il Lago funziona, gli itinerari descritti diventano molto brevi.

  • Dislivello: da 350 a 600 m
  • Tempo: da a ore a/r
  • Difficoltà (invernale): WT2
  • Quando andare: da dicembre a marzo

Da Corniglio si sale in auto a Lagdei (1250 m), dov’è un rifugio gestito in estate e d’inverno, e da cui parte la vecchia seggiovia per il Lago Santo. Se l’impianto è aperto, la salita al Lago non richiede fatica, e in pochi minuti a piedi si arriva al rifugio Mariotti (1507 m).

Con le ciaspole, se la neve è sufficiente, conviene salire per il Sentiero CAI 723A (“Panoramica”), che si alza sulla sinistra della valle. Se la neve è poca o assente (ma attenzione al ghiaccio!) si può utilizzare anche il Sentiero CAI 723 (“Direttissima”). Fino al Lago e al rifugio, a seconda delle condizioni della neve, occorrono da 0.45 ore a 1 ora.

Dal rifugio si riparte (ancora segnavia 723) costeggiando la sponda occidentale del Lago, e poi salendo nella faggeta. Dove il bosco si dirada si lasciano a destra il sentiero per la Capanna del Braiola, e a sinistra quello per il Passo delle Guadine. Ora i segnavia sono spesso nascosti dalla neve, ma il percorso è quasi sempre indicato da tracce. Da qui in poi, con neve dura, invece delle ciaspole occorre utilizzare i ramponi e la piccozza.   

Si sale in un ampio vallone, si tocca la Sella del Marmagna, oltre la quale si alzano i denti rocciosi del Monte Aquilotto. Tenendosi più in basso della cresta, con pendenza sempre moderata, si sale alla vetta del Monte Marmagna (1851 m, 1.15 ore), ben riconoscibile grazie alla sua grande croce.

Il panorama, nelle giornate serene, abbraccia il Mar Ligure, le Alpi Apuane, un lungo tratto del crinale appenninico. Verso nord, oltre la Pianura Padana, si riconoscono spesso le Alpi innevate. Anche se la vetta è ampia è comoda, specie in presenza di ghiaccio, occorre fare attenzione al ripidissimo versante toscano, che precipita verso Pontremoli. La discesa richiede 0.45 ore fino al rifugio, e altrettanto da questo a Lagdei.