Alcuni dei borghi fortificati e dei castelli più famosi dell’Appennino sorgono al margine di Campo Imperatore, il “piccolo Tibet” che si allunga ai piedi della catena del Gran Sasso. Simbolo di questa zona affascinante è Rocca Calascio, una fortezza Nata intorno al Mille, arricchita nel Cinquecento con quattro torri cilindriche e che offre un vastissimo panorama.

Il vicino borgo, il più alto dell’Abruzzo, è stato abbandonato nel dopoguerra, e ha iniziato a essere recuperato dagli anni Ottanta. Sorgono al margine dell’altopiano anche i borghi fortificati (“ricetti”) di Barisciano, Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castelvecchio Calvisio e Castel del Monte. Quest’ultimA, porta dell’altopiano per chi arriva dalla Piana di Navelli, è stata per secoli la capitale della pastorizia sul Gran Sasso.

Oggi, su Campo Imperatore e sui pianori vicini, pascola qualche migliaio di pecore. Tra il Medioevo e il Rinascimento, ce n’erano quasi un milione. Sono queste cifre a spiegare perché la famiglia fiorentina dei Medici, che basava la sua ricchezza sulla lavorazione della lana, abbia acquisito nel 1579 terre e feudi al margine dell’altopiano.

Nel borgo di Santo Stefano di Sessanio, la cui torre cilindrica è stata finalmente rialzata dopo i danni del terremoto del 2009, lo stemma della Firenze medicea accoglie ancora oggi il visitatore. Il facile e piacevole itinerario che descriviamo permette di raggiungere a piedi la più celebre fortezza dell’Abruzzo partendo a piedi dal centro di Santo Stefano.

Si cammina per un largo crinale erboso, che offre un magnifico panorama verso le vette più alte del massiccio, la Piana di Navelli, la Maiella e il Sirente. Il dislivello è modesto, l’ambiente è ovunque solenne. D’inverno, quando la neve è abbondante, si possono usare le ciaspole. Se il terreno è ghiacciato, invece, richiede attenzione il brevissimo percorso per aggirare il castello.

L’ITINERARIO

  • Dislivello: da 220 a 250 metri
  • Tempo: da 1.45 a 2.15 ore a/r
  • Difficoltà: T
  • Quando andare: tutto l’anno, d’inverno possono servire le ciaspole

Consigliamo di iniziare la camminata con la visita di Santo Stefano di Sessanio (1251 m), uno dei borghi più suggestivi dell’Appennino e dell’Abruzzo. E’ anche possibile salire alla sommità della torre.

Al termine, riattraversata la porta con lo stemma dei Medici, si raggiunge e si segue a piedi la strada provinciale in direzione di Calascio, lasciando a destra la strada e i segnavia per Castelvecchio Calvisio. Dopo meno di un chilometro (0.15 ore dal borgo) si lascia l’asfalto, e si devia a sinistra per una strada sterrata indicata da segnavia bianco-rossi. E’ possibile abbreviare la camminata arrivando fin qui in auto.

Dopo pochi metri si lascia anche il nuovo tracciato, e si continua verso destra, lungo le tracce di sentiero, affiancate da rari segnavia, che salgono per un ampio crinale erboso. Anche se i segni bianco-rossi sono poco visibili, il percorso è del tutto evidente.

Il sentiero sale fino al cocuzzolo del Monte delle Croci (1458 m), dal quale appare il castello di Rocca Calascio. Si scende a una larga sella, poi si risale verso l’oratorio rinascimentale della Madonna dei Monti, normalmente chiuso a chiave. Verso destra, per un crinale di erba e rocce, si arriva ai piedi delle mura di Rocca Calascio (1460 m, 1 ora).

D’estate lo si aggira comodamente a sinistra, se c’è ghiaccio conviene scendere a una strada sterrata e risalire, poi un ponte (quello originale era levatoio, quello di oggi è fisso) conduce all’interno. Un sentiero a tratti sconnesso porta nell’abitato di Rocca Calascio, in parte restaurato e in parte ancora in abbandono, dov’è possibile sostare nell’accogliente Rifugio della Rocca.

Al ritorno si risale verso il castello, si raggiunge a destra l’Oratorio (chiuso a chiave, purtroppo), si ritrova l’itinerario di andata e lo si segue fino all’asfalto (1 ora). Da qui a Santo Stefano occorrono ancora 0.15 ore.