La Val Saisera, che si raggiunge da Tarvisio e dalla A23 toccando il suggestivo borgo alpino di Valbruna, è il punto di partenza di numerosi itinerari di grande suggestione, ed è sorvegliata dal gigantesco versante settentrionale dello Jôf di Montasio, e dalle altrettanto eleganti architetture rocciose dello Jôf Fuart e delle vette vicine.

Ai piedi delle rocce del Montasio, un terrazzo naturale rivestito da mughi e frequentato dagli stambecchi ospita il comodo bivacco che ricorda gli irredentisti triestini Carlo e Giani Stuparich, entrambi volontari nella Grande Guerra. Nonostante la quota modesta l’ambiente è solitario e selvaggio. Il primo punto d’appoggio della zona è stato inaugurato nel 1930. L’attuale costruzione, del 1975, per qualche anno ha avuto addirittura un gestore.

L’itinerario che sale dai posteggi di Val Saisera al bivacco non presenta vere e proprie difficoltà, ma comprende dei ripidi canalini rocciosi dove occorre aiutarsi con le mani. In compenso non ci sono passaggi esposti. Il bivacco e i suoi immediati dintorni sono molto frequentati dagli stambecchi.

Dislivello: 620 metri

Tempo: 3.30 ore a/r

Difficoltà: E/EE

Quando andare: da giugno a ottobre

Da Valbruna, e quindi da Tarvisio, da Camporosso in Valcanale e dal casello di Malborghetto-Valbruna della A23, si segue la strada della Val Saisera, superando il punto in cui in estate si paga un pedaggio. Dopo aver superato la Malga Montasio, una caserma, un’ottima fonte e un ponte si raggiunge il posteggio di Malga Saisera (1002 m).

A piedi ci si incammina sulla strada sterrata (segnavia 616) che inizia nella parte bassa del posteggio, traversa in piano il bosco e continua sul vasto greto detritico del torrente Saisera. Più avanti si piega a destra, e si lascia a sinistra un cartello che indica il bivacco Mazzeni.

Subito dopo, sulla destra, inizia il sentiero (segnavia 639) per la Fossa di Carnizza. Si sale a destra di un valloncello, si supera una ripida rampa, poi, da un ometto di pietre, si sale direttamente nella faggeta con percorso suggestivo. Si raggiunge e si segue il greto, si sale un breve gradino sulla destra, e si raggiunge un bivio (1450 m, 1.15 ore) dove arriva da destra un sentiero dal rifugio Grego. La zona è dominata dalle pareti dello Jôf di Montasio.

Si continua a destra del fosso, lo si traversa (segnavia 611) e si sale obliquamente tra i larici. Si tocca la base delle rocce, si entra in una serie di ripidi canalini, e si sale aiutandosi qua e là con le mani, ma senza vere difficoltà e senza esposizione, fino a raggiungere (1590 m) un sentiero pianeggiante.

Lo si segue verso sinistra, si tocca una caverna di guerra, si traversano delle placche di roccia chiara e si lascia a destra un tracciato per il ghiacciaio del Montasio e la ferrata Amalia. Una discesa porta al bivacco Stuparich (1575 m, 0.45 ore), belvedere sul massiccio dello Jôf Fuart e sulla parete del Montasio, davanti alla quale si staglia la Torre Palizza.

La discesa, per lo stesso itinerario, richiede 1.30 ore.