Al contrario della vicina Valsesia, la profonda e verde Val Vogna non è sorvegliata dai ghiacciai del Monte Rosa. I suoi boschi, e soprattutto le sue suggestive frazioni, la rendono però una meta di eccezionale fascino.
La valle, come le sue vicine, offre agli escursionisti allenati dei percorsi lunghi e faticosi. Il più noto, utilizzato per secoli da lavoratori stagionali e commercianti, sale ai 2480 metri del Colle di Valdobbia, dove sorge l’Ospizio Sottile, un rifugio in pietra costruito nel 1823 sul confine con la Valle di Gressoney. Dal posteggio di Ca’ di Janzo, però, occorrono 4 ore di salita.
Consigliamo un itinerario più comodo, che consente di scoprire le architetture tradizionali dei Walser, un popolo di origine germanica che si è insediato sul versante svizzero delle Alpi prima del Mille, e che ha traversato lo spartiacque alpino tra il XII e il XIII secolo. Il nome deriva da Walliser, che significa “originario del Vallese”.
Le case tradizionali dei Walser hanno solitamente tre piani, il primo (seminterrato) in pietra, e gli altri realizzati con ampio uso del legno. A renderle inconfondibili è il loggiato che le circonda, e che consente di far seccare il fieno anche nelle estati più umide.
Per saperne di più sui Walser vale la pena di visitare il MEW, il Museo Etnografico di Rabernardo. E’ bene però avvisare in anticipo, chiamando il 328.9292903 o scrivendo una mail a info@museoetnograficowalser.it.
La passeggiata, indicata dai segnavia del Sentiero dell’Arte, si conclude al Ponte Napoleonico, costruito dai soldati francesi nel 1800. La strada del ritorno, utilizzata dalla GTA e dal Sentiero Italia, è comoda ma è aperta alle auto dei residenti e alle navette, la mulattiera che sale a Selveglio è tracciata in maniera perfetta. Il sentiero a mezza costa che collega le frazioni comprende dei tratti stretti, e può essere scivoloso se bagnato.
- Dislivello: 360 m
- Tempo: 3.30 ore a/r
- Difficoltà: T/E
- Quando andare: da maggio a novembre
Da Riva Valdobbia, poco a valle di Alagna, si segue la comoda strada asfaltata che s’inoltra in Val Vogna fino al grande posteggio (1350 m) che precede la frazione di Ca’ di Janzo, dove l’Albergo Pensione Alpina, nel 1898, ha ospitato la regina Margherita.
Trascurata la strada che prosegue a mezza costa, e che si seguirà al ritorno, si imbocca il viottolo (segnavia 10, 210 e del Sentiero dell’Arte) che inizia accanto a un tabellone, e sale a svolte in un ripido bosco. Superato un poggio erboso si raggiunge Selveglio (1550 m, 0.30 ore), con varie belle case Walser in legno e la cappella della Madonna del Carmine.
Lasciato a destra il sentiero che sale alla Cima Mutta si piega a sinistra a mezza costa. Un bel sentiero panoramico a saliscendi traversa un profondo vallone e porta alle case di Oro (1498 m) e poi all’oratorio di San Lorenzo.
Dei saliscendi più marcati, dentro e fuori dal bosco, portano a Ca’ Vescovo, a picco sulla frazione di Sant’Antonio, che si attraversa in salita. Altri saliscendi portano a un boschetto di betulle e poi a Rabernardo (1451 m, 0.45 ore), costruita su un ripido pendio, e dove una delle case è stata trasformata nel Museo Etnografico Walser. Per la visita è bene prendere accordi in precedenza.
Si riparte lasciando a sinistra un sentiero che scende a Sant’Antonio, si sale sui prati, si traversa un torrente, si toccano le case di Selletto (1567 m) e si scende fino a Cambiaveto (1507 m). Traversato un ruscello si raggiungono le case sparse di Piane, su un terrazzo erboso che alterna le coltivazioni ai pascoli.
Si scende nuovamente, ci si affaccia sul piazzale alla fine della strada e di raggiunge Peccia, l’ultimo abitato della valle, più volte devastato dalle valanghe. Una gradinata sale alla chiesa di San Grato, con il suo campanile visibile anche da lontano. Un breve tratto a mezza costa porta al Ponte Napoleonico (1536 m, 1 ora), bella costruzione in pietra che scavalca il torrente Sulino. Da qui, la mulattiera affronta la ripida salita verso l’Alpe Larecchio e il lontano Ospizio Sottile.
Al ritorno si scende al posteggio, e si segue la strada, sterrata e poi asfaltata, che tocca le frazioni “basse” della Val Vogna. Il percorso, evidentissimo e affiancato dai segnavia della GTA e del Sentiero Italia, conduce alle case di Sant’Antonio (1380 m), dove sono un oratorio dedicato al Santo e il rifugio Valle Vogna, posto tappa della GTA realizzato nell’ex-scuola elementare. Si prosegue traversando Ca’ Verno, Ca’ Morca e Ca’ Piacentino, poi si torna a Ca’ di Janzo e al punto di partenza (1.15 ore).
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