Tra le vette dei Monti Aurunci affacciate sul golfo di Formia e Gaeta, il Monte Ruazzo è la più occidentale e una delle più importanti. Meno visibile dal basso rispetto alla Cima del Redentore e al Monte Petrella, può essere raggiunto anche dai versante di Esperia e di Itri.

Questo interessante percorso, che si raggiunge dal borgo di Maranola, attraversa all’inizio una splendida lecceta, e prosegue tra faggi e doline. Il tratto finale, che dal basso sembra ripidissimo, si supera senza problemi per un buon sentiero a strette svolte, la cima è indicata da un grande ometto di pietre e da un cartello del Parco.

Il vastissimo panorama dal sentiero e dalla vetta include il Circeo, Ischia e il Vesuvio verso il Tirreno, e i monti del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise nell’entroterra. Attraverso un vallone si scorge l’abbazia di Montecassino. La chiusura (prevista fino all’estate 2023) del sentiero per la Cima del Redentore rende questo percorso ancora più interessante. Attenzione, durante l’apertura della caccia, alle battute al cinghiale che non rispettano il confine del Parco.

L’ITINERARIO

  • Dislivello: 600 metri
  • Tempo: 3.45 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Quando andare: tutto l’anno

Arrivando a Maranola da Formia si lascia a sinistra la strada che entra nel borgo e si imbocca la strada che sale verso la montagna, seguendo le indicazioni per il rifugio di Pornito e il Redentore. Un tratto a mezza costa, e una lunga serie di tornanti su terreno ripido e roccioso portano alla Sella di Campone (752 m), circondata dal bosco.

Si lascia a destra la strada per Pornito e il Redentore, si va a sinistra (vecchi cartelli) e si continua per una buona strada sterrata a mezza costa, che dopo quasi 2 km piega a destra e raggiunge un ampio posteggio (759 m). Se si parte a piedi da Campone occorrono 0.30 ore in più, e altrettanto al ritorno.

Si continua sulla strada che entra nel bosco, sale costeggia l’agriturismo Tana del Lepre e sale con tre tornanti asfaltati alla Fontana Acquaviva (813 m), dove iniziano alcuni sentieri segnati.

Si continua sul sentiero (segnavia 956) che sale in diagonale nella lecceta, costeggia una recinzione e dei bungalow, poi supera dei lastroni rocciosi ed esce allo scoperto con dei tratti sassosi. Alle spalle, nelle giornate serene, appaiono la costa di Minturno e Ischia.

Una salita porta a scavalcare (1090 m) il crinale del Monte Mesole. Si scende nella faggeta, si passa accanto a una vecchia capanna di pastori, poi si raggiungono delle conche erbose e si lascia a destra un piccolo rifugio. Delle svolte tra affioramenti rocciosi e doline portano a un bivio nel Fosso di Fabio (1050 m, 1.15 ore).

Si va a sinistra aggirando altre rocce, si supera un secondo bivio, poi si riprende a salire fino a uscire (1160 m) sulla cresta che unisce il Monte Ruazzo al Monte Ferrazzano, e dalla quale compaiono Itri, il golfo di Fondi e il Circeo.

Lasciato a destra un sentiero per la Fontana di Tozzo, si sale sul crinale che alterna tratti ripidi a pendii più comodi e dalla quale, alle spalle, appaiono i monti della Ciociaria. Dei tornanti su terreno roccioso e sassoso portano alla spianata della cima (1314 m, 1 ora), meraviglioso belvedere. La discesa, per lo stesso itinerario, richiede 1.30 ore.