Cento Cascate o Cento Fonti? Se il secondo toponimo è il più diffuso nell’Abruzzo teramano e compare sui cartelli a Cesacastina e dintorni, le guide e gli articoli di Carlo Landi Vittorj e poi di chi scrive hanno reso popolare il primo tra i camminatori che arrivano da Roma. Sulle carte le Cento Fonti sono la conca sopra alle cascate, e il vallone si chiama Fosso dell’Acero.

Qualunque nome si decida di utilizzare, il solco che sale da Cesacastina verso le Cime della Laghetta e il Gorzano è percorso a primavera da uno spettacolare torrente che scorre su lastroni di arenaria, e a sud compare il Gran Sasso. Occorre fare la massima attenzione sugli scivolosi lastroni di arenaria, e non mettere assolutamente piede nell’acqua, che può trascinare via gli incauti, con conseguenze spesso fatali.

La strada di accesso è stata sistemata, e consente di evitare la parte bassa del Fosso, privo d’acqua perché a valle della captazione. All’inizio del sentiero lavora da qualche anno il piacevole Chalet 100 Fonti Rent Bike, purtroppo ignorato da alcune guide recenti, che consente di rifocillarsi dopo la camminata. La sua apertura è stata un’ottima iniziativa, buon lavoro! 

  • Dislivello: 570 m
  • Tempo: 3 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Quando andare: da maggio a novembre, consigliato nella tarda primavera

Il borgo di Cesacastina (1141 m) si raggiunge per una comoda e tortuosa strada asfaltata dalla statale 80 che percorre la Valle del Vomano. Accanto alla chiesa, dei vistosi cartelli indicano la strada sterrata per lo chalet 100 Fonti Rent Bike. La si segue fino ai panoramici terrazzi erbosi delle Piane, allo chalet e poi a un bivio con cartelli (1220 m, 2,5 km dal paese). Nei pressi è un vecchio campo sportivo, la strada di destra prosegue verso il Colle della Pietra.

Si segue a piedi la strada sterrata di sinistra, che scende a mezza costa nel bosco, incontra un sentiero che sale da Cesacastina e raggiunge il Fosso dell’Acero, qui privo d’acqua perché a valle della captazione. Si sale sulla strada, si va a destra a un bivio con evidenti segnavia, e si raggiungono la presa dell’ENEL (1350 m) e un piccolo rifugio chiuso a chiave.

Alle spalle del rifugio si imbocca il sentiero (segnavia 300I, 354) che si alza nella faggeta superando dei tratti che possono essere scivolosi se c’è fango. Si sale a sinistra a mezza costa, si esce sui prati, e si raggiunge una strada sterrata.

La si segue verso destra, rientrando in piano nella faggeta. Una salita porta a un bivio dove si va a destra (solo segnavia 354, il 300I e il Sentiero Italia vanno verso la Sorgente Pane e Cacio e Amatrice). Un ruscello e un prato precedono un belvedere con immagine sacra (1554 m, 1 ora) affacciato sullo scivolo più spettacolare e fotografato delle Cento Cascate. Scendendo per pochi metri dal prato si ammirano altri scorci suggestivi.

Il sentiero prosegue con una ripida rampa a poca distanza dal torrente, poi si affaccia su dei pendii erbosi più coricati, sorvegliati dalle rocce della Costa delle Troie, che sale verso il Monte Gorzano. Si esce dalla faggeta (1580 m circa), si continua accanto al torrente, poi si sale a sinistra superando dei gradoni erbosi e raggiungendo (1749 m, 0.45 ore) una strada sterrata che proviene dalle Piane.

Nei pressi è una baracca di lamiera utilizzata in estate dai pastori, più in alto è una captazione (Sorgente Mercurio sulle carte) dell’anfiteatro di pascoli e rocce delle Cento Fonti, dominato dal Monte Gorzano e dalle Cime della Laghetta. Il panorama verso il Gran Sasso è splendido. Si scende per la stessa via (1.15 ore)