Nei giorni scorsi, dopo varie settimane tranquille, due “incontri ravvicinati” con l’uomo hanno riportato gli orsi italiani in prima pagina. Domenica 30 luglio, in Trentino, due cacciatori che camminavano all’alba lungo il sentiero Mandrel, nei pressi di Malga Avalina, sopra all’abitato di Roncone, si sono imbattuti in un’orsa con il cucciolo, che li ha inseguiti. Sembra che uno dei due uomini si sia dovuto rifugiare su un albero.

Poche ore prima sul pianoro della Guardia, in territorio di Lecce nei Marsi, sul confine del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, un altro plantigrado (della sottospecie marsicana) ha “visitato” in cerca di cibo un campo scout, saccheggiando la dispensa e provocando la fuga di una quindicina di ragazzi. In nessuno dei due casi ci sono stati danni alle persone.

Nel momento in cui scrivo, in Trentino, non ci sono state iniziative pubbliche, né nuove ordinanze di abbattimento o cattura dalla parte della Provincia e del suo presidente Maurizio Fugatti, che ha dichiarato da tempo guerra ai predatori a quattro zampe. La campagna elettorale in arrivo, però, lascia presagire il peggio.

In Abruzzo, mentre Augusto Barile, sindaco di Lecce nei Marsi, ha ricordato di aver invitato i capi scout a conservare il cibo in “una tenda separata e robusta”, Luciano Sammarone, direttore del Parco, ha usato toni più duri: “lo scoutismo sta perdendo il suo senso, che non è solo vivere nella natura, ma avere la responsabilità di quello che si fa”. Ha perfettamente ragione.

Ho dormito parecchie notti in tenda nei Parchi nazionali degli USA e del Canada (Yosemite, Yellowstone, Banff, Sequoia, Olympic), e in tutti quelli popolati dall’orso nero (nela foto) o dal grizzly ho dovuto riporre il cibo negli armadi di metallo, o appenderlo ai cavi metallici appositamente installati. Chi non segue queste precauzioni, e si ritrova con lo zaino, la tenda o l’auto sventrata, non trova solidarietà da parte dei ranger, ma si becca una multa di almeno 1000 dollari.

Una volta, nella “zona wilderness” di Yellowstone, prima di seguire un sentiero in una zona dov’erano stati segnalati dei grizzly, un altro ranger ha imposto a me e ai miei amici di riempire delle lattine di Coca Cola vuote con dei sassi, e di usarle come sonagli camminando. Con gli orsi, e con molti altri animali, si rischia se si arriva loro addosso di colpo, sorprendendoli e scatenando reazioni di difesa. Se si tratta di un’orsa con i piccoli, per questo errore si può rischiare la vita.

Da anni, sia per gli orsi del Trentino che per quelli dell’Appennino centrale, che teoricamente sono meno aggressivi, lo Stato, le Regioni e le aree protette nazionali e locali si sono dati delle regole di gestione (contenute nel PATOM e nel PACOBACE), e si sono impegnati a promuovere dei comportamenti corretti. Quando questi non vengono seguiti, per esempio in materia di cassonetti e rifiuti, i guai sono praticamente certi.   

Caro direttore Sammarone, cari responsabili del Parco Adamello-Brenta, cari sindaci del Trentino, dell’Abruzzo e delle regioni vicine, carissimi capi scout dell’AGESCI e del CNGEI, e perfino caro presidente Fugatti, non è possibile applicare le regole di buon senso dei nostri amici degli Stati Uniti e del Canada anche alle aree frequentate dall’orso in Italia?

Attrezzare aree di campeggio libero e camping con cavi d’acciaio e/o armadietti di metallo costerebbe poco, ed eviterebbe episodi come quello di Lecce nei Marsi. Vale la pena ricordare che agli scout non è accaduto nulla di male, ma che l’orso, dopo questo episodio, potrebbe diventare “confidente” e quindi pericoloso per sé e per gli umani, e rischiare la cattura o l’abbattimento.

Lo stesso vale per gli escursionisti, sia quelli pacifici “armati” di bastoncini, di macchina fotografica e di zaino sia quelli più bellicosi, che preferiscono vestirsi con colori mimetici e portare sui sentieri un fucile. I Parchi, a iniziare da quello d’Abruzzo, Lazio e Molise, per tutelare la fauna, dispongono da tempo la chiusura di alcuni sentieri, e il numero chiuso con obbligo di accompagnamento su altri.

Non è possibile, nelle zone più popolate da orsi (e soprattutto da femmine con cuccioli), imporre di camminare in gruppo parlando, o facendo rumore con sonagli, lattine piene di sassi o altri metodi? Per me, che amo camminare da solo, sarebbe una scocciatura solenne. Per evitare le tragedie, però, a volte bastano dei provvedimenti semplici. Chissà, l’obbligo di portare una lattina-sonaglio potrebbe essere sponsorizzato dalla Coca Cola o da un’altra marca di bevande…