Nella lunga e complessa catena delle Alpi Apuane, che separa la Garfagnana dalla Versilia, il massiccio delle Panie è uno dei più frequentati. La vetta della Pania della Croce, che culmina a 1859 metri di quota, offre un vastissimo panorama in tutte le direzioni, ed è affiancata a est dalla massiccia Pania Secca (nella foto), e a nord dal roccioso Pizzo delle Saette. Se la cima più alta interessa gli alpinisti solo quando è ammantata da neve e ghiaccio, le due vette minori offrono alte e impressionanti pareti anche agli arrampicatori dell’estate.

Ai piedi delle vette delle Panie sorgono due dei rifugi più frequentati e più ricchi di storia delle Apuane. Il ricovero che ricorda Enrico Rossi, di proprietà della sezione di Lucca del CAI, accoglie dal lontano 1924 gli escursionisti alla sommità delle faggete che scendono verso la Garfagnana. Il rifugio Giuseppe Del Freo alla Foce di Mosceta è stato costruito nel 1950 dalla sezione di Viareggio, e può essere raggiunto anche dal versante di Levigliani e Seravezza.

Poco a ovest delle Panie si alza il Monte Corchia, una cima meno spettacolare al cui interno s’inabissa l’omonimo Antro, una delle grotte più profonde e impegnative d’Italia. La battaglia per salvare dalla sparizione il Monte Corchia, combattuta per decenni da speleologi, escursionisti e alpinisti, non è riuscita a fermare l’avanzata delle cave di marmo.

Sui ripidi pendii di erba e roccia delle Panie, sempre più facilmente, si possono fotografare i mufloni reintrodotti qualche decennio fa a scopi venatori, ma che ora fanno parte della fauna del Parco delle Alpi Apuane. L’itinerario descritto, a causa della quota e dell’esposizione, può essere percorso senza problemi anche in autunno inoltrato e a primavera. Con la neve dell’inverno, però, diventano indispensabili la piccozza e i ramponi.  

  • Dislivello: 850 m
  • Tempo: 5 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Quando andare: da fine maggio a ottobre

Da Gallicano, in Garfagnana, si sale a Molazzana e all’Alpe Sant’Antonio per la cosiddetta Strada delle Rocchette. Si continua in auto su una strada sterrata fino uno slargo al termine del tracciato (1130 m). In caso di affollamento conviene fermarsi prima, alla fine dell’asfalto.  

Si sale per un sentiero nella faggeta (segnavia 127 e 7), si lascia a destra un tracciato (che si percorrerà al ritorno) per il rifugio Del Freo, e si sale più decisamente verso sud. Usciti dal bosco si continua a salire per prati, in vista della Pania Secca (a sinistra) e del Pizzo delle Saette, fino al rifugio Rossi (1609 m, 1.15 ore), che compare all’ultimo momento su un terrazzo erboso ai piedi di uno spuntone roccioso.

Si riparte quasi in piano, si raggiunge la Focetta del Puntone (1611 m) e si entra nell’arido Vallone dell’Inferno. Il sentiero (segnavia 125), comodo nonostante il terreno roccioso, lo risale sulla destra, sbuca sulla cresta sommitale, e continua verso sinistra fino alla vetta della Pania della Croce (1859 m, 1 ora), coronata da un’alta croce. Il panorama, vastissimo, abbraccia tutte le vette principali delle Apuane, ed è impressionante sui valloni del versante versiliese.

Si scende verso nord sulla cresta, si lascia a destra l’itinerario di salita, e si continua sul crinale con bel colpo d’occhio sul Pizzo delle Saette e sulla Borra di Canala, il vallone roccioso che si apre a est del Pizzo.

Da una selletta (1750 m) il sentiero piega a sinistra, e scende a tornanti per dei ripidi pendii di erba e sassi. Si supera un canalino, si raggiunge il crinale che scende a ovest dalla Pania, poi si torna a destra sul pendio e si scende alla sella della Foce di Mosceta (1170 m), importante nodo di sentieri. Subito oltre è il rifugio Del Freo (1180 m, 1.15 ore).

Si riparte tornando alla Foce di Mosceta e lasciando a destra i sentieri per Levigliani, Pruno e la Foce delle Valli. Il sentiero (ancora segnavia 127) segue a nord il Canale delle Verghe e poi continua a mezza costa sulla destra.

A un bivio si lascia a sinistra un sentiero per Col di Favilla e Isola Santa, e si continua a mezza costa, aggirando il Pizzo delle Saette. Più avanti si entra nella faggeta e si superano degli scomodi saliscendi su terreno roccioso, lasciando a destra il sentiero che risale la Borra di Canala. Una ripida risalita porta al sentiero dell’andata, che si segue in discesa fino al punto di partenza (1.30 ore).     

Stefano Ardito I 50 sentieri più belli della Toscana, Iter Edizioni 2018