Il Corno alle Scale, la vetta più alta dell’Appennino bolognese e pistoiese, è una montagna spettacolare e a due facce. Integra e aspra verso sud e verso est, dove precipita verso il rifugio Segavecchia con una ripidissima scarpata rocciosa, è stata invece pesantemente trasformata dall’uomo a verso nord est, dove dei pendii più dolci ospitano da decenni una delle più importanti stazioni sciistiche dell’Appennino settentrion

La Punta Sofia (nella foto), dove sorge una gigantesca croce, si affaccia sul versante più ripido della montagna. La Punta Giorgina, otto metri più alta, è indicata da un semplice cartello. Il sentiero, ripido e in ambiente selvaggio nella parte iniziale, tocca più volte piste di discesa e impianti. Oltre ai vastissimi panorami, lo rendono interessante il Lago Scaffaiolo, che è stato citato da Giovanni Boccaccio nel Decameron. “Scaffaggiuolo, lago picciolo è nell’Appennino, il quale fra la regione di Pistoia e Modena s’inalza” spiega lo scrittore di Certaldo

Sul dosso che sorveglia il bacino sorge dal 1878, a 1794 metri di quota, il primo rifugio dell’Appennino. Costruito dalle sezioni CAI di Firenze e Bologna, oggi di proprietà della seconda, è dedicato a Luigi Amedeo di Savoia, il Duca degli Abruzzi. Demolito per tre volte da bufere e dalla guerra, è stato sempre ricostruito, e oggi è gestito in maniera impeccabile.

  • Dislivello: 530 m
  • Tempo: 3.45 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Quando andare: da giugno a ottobre

Da Lizzano in Belvedere e Vidiciatico si sale in auto al Santuario della Madonna dell’Acero e poi al parcheggio del Lago del Cavone (1415 m), prima del quale è un rifugio-ristorante.

A piedi si segue il sentiero (segnavia 335) che aggira a destra il bacino, e poi salire in una suggestiva faggeta fino alla sorgente del Rio Piano (1560 m). Qui si esce dal bosco, e si continua nella severa Piana del Cavone (o Valle del Silenzio), modellata da antichi ghiacciai. A sinistra si alzano i ripidi prati de La Nuda, davanti si vedono il Passo del Vallone e la ripida cresta dei Balzi dell’Ora che sale verso il Corno alle Scale sormontata dall’inconfondibile croce.

Sulla destra del vallone è una parete di rocce ed erba, percorsa d’inverno da interessanti itinerari alpinistici. A un bivio ci si tiene sul sentiero di destra (ancora segnavia 335), che si alza a tornanti e poi obliqua fino al Passo della Porticciola (1670 m), dove ci si affaccia sul versante nord-orientale del Corno, percorso da seggiovie e piste da sci.

Il sentiero sale a destra della Cresta dei Canalini, traversa dei cespuglieti di ginepro e si avvicina a una seggiovia che spesso funziona a che in estate. Nell’ultimo tratto, dall’alto, si vede la cresta dei Balzi dell’Ora, percorsa da un sentiero aereo, impegnativo e frequentato.

Si tocca la Punta Sofia (1939 m), sormontata da una enorme croce, si continua sulla cresta lasciando a destra l’arrivo della seggiovia, e si sale alla Punta Giorgina (1945 m, 1 ora), la vera cima del Corno alle Scale, indicata da una tavola orientativa e da cartelli.

Si scende comodamente sulla cresta erbosa, si supera un elementare gradino roccioso e si raggiunge il Passo dello Strofinatoio (1847 m), raggiunto dal versante toscano da un altro frequentato sentiero. Si riparte lungo il crinale (segnavia 00, Sentiero Italia e GEA), si scavalca il Monte Cornaccio (1881 m) e si scende al Passo dei Tre Termini (1785 m). Un sentiero a mezza costa, ai piedi del Monte Cupolino, porta al Lago Scaffaiolo e al rifugio Duca degli Abruzzi (1794 m, 1 ora), aperto e gestito in estate.

In discesa si segue la strada sterrata (segnavia 401 e 333) che zigzaga sulle piste da sci e raggiunge il rifugio Le Malghe (1640 m), aperto con servizio di ristoro. La strada scende a un pianoro, lo attraversa, e prosegue in un assolato vallone. Lasciata a sinistra la Baita del Sole, la strada diventa asfaltata e riporta al punto di partenza (1 ora).