Il Bosco dell’Aschiero, che riveste il ripido pendio he raggiunge il crinale dell’Arapietra dalla strada a mezza costa che sale dai Prati di Tivo al Piano del Laghetto, è una delle più belle faggete del Gran Sasso. Al suo interno i grandi blocchi calcarei della Reva, noti ai climber come “la Città dei Sassi”, offrono un paesaggio incantato, e consentono di arrampicare sia in estate sia d’inverno, con la tecnica del dry-tooling.

L’anello che propongo inizia superando con qualche passo un po’ scomodo tra le rocce, poi sale in direzione del crinale percorrendo un vecchio sentiero utilizzato per scendere in bici (downhill) dall’arrivo della cabinovia. Il ritorno si svolge sul frequentatissimo sentiero dell’Arapietra, toccando l’accogliente rifugio Cima Alta. L’itinerario può essere piacevolmente percorso dalla fine della primavera fino all’autunno inoltrato, quando i colori dei faggi offrono un magnifico spettacolo.  

  • Dislivello: 330 m
  • Tempo: 2 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da fine maggio a novembre

Dal piazzale dei Prati di Tivo si segue la strada che sale verso sinistra nel bosco, tocca un fontanile, diventa sterrata, si alza con due tornanti e raggiunge il bivio (1636 m, 3 km dai Prati) da cui una stradina sale al vicinissimo rifugio Cima Alta. Qui si parcheggia.

Si ridiscende brevemente a piedi sulla strada, e al primo tornante (1601 m) si imbocca a sinistra il sentiero, indicato da un cartello, per la Città dei Sassi e la falesia dedicata a Gino Di Sabatino. Pochi minuti per un viottolo nel bosco portano ai piedi delle rocce, che si costeggiano salendo verso sinistra.

Una ripida rampa porta all’imbocco di uno spettacolare canyon (la Reva, 1650 m) nel quale ci s’inoltra scoprendo a sinistra due grotte-spaccatura in cui si può si scendere facilmente. Se si traversa la seconda, dov’è una corda fissa, si può compiere un suggestivo anello tornando sul sentiero più a valle.

Si torna all’ingresso del canyon e si continua, allontanandosi dalle rocce, sul sentiero indicato dai segnavia rossi e da ometti di pietra. Si scavalca un crinale roccioso, si tocca una piccola sorgente fangosa, e si raggiungono un canalone boscoso e un bivio con cartelli. Qui arriva da destra un sentiero dai Prati di Tivo.

Si sale a sinistra (segnavia bianco-rossi 100), seguendo il vecchio percorso di downhill, purtroppo affiancato da passerelle in legno e materassi. Dove i segnavia traversano a sinistra si continua a salire per ampi ed evidenti tornanti, fino a raggiungere il sentiero che sale dal Piano del Laghetto.

Lo si segue a destra, si obliqua a sinistra e si raggiunge l’Albergo diruto dell’Arapietra (1898 m, 1.15 ore), meraviglioso belvedere verso il Paretone del Corno Grande e l’aguzza piramide del Corno Piccolo. Più lontani appaiono il Monte Prena, il Monte Camicia e i Monti della Laga.

Il sentiero segnato, da qui, prosegue verso la Madonnina, l’arrivo della cabinovia e il rifugio Franchetti. Dal rudere si scende sul sentiero (segnavia 103), che corre a sinistra della cresta, supera un tratto più ripido e poi raggiunge un quadrivio con vecchi cartelli, da cui si sale in breve alla croce dell’Arapietra (1653 m). Si torna al quadrivio, si piega a destra, si costeggia uno stazzo e si scende al rifugio Cima Alta (1650 m), che merita certamente una sosta, e alla strada (0.45 ore).