Le conche carsiche a sud di Campo Imperatore offrono oggi delle atmosfere solitarie. In passato invece, quando sull’altopiano pascolavano decine di migliaia di pecore, anche questi pianori erano ricchi di vita, e hanno visto sorgere insediamenti pastorali e piccole chiese.

Rientrano nell’elenco il Piano delle Locce e la chiesetta medievale di Santa Maria Carboni (nella foto), annessa a un casale agricolo e con il tetto crollato. La zona, che si può raggiungere da Santo Stefano o da Barisciano, permette in estate itinerari a piedi, in mountain-bike o a cavallo, ed è toccata da Cammino del Gran Sasso. D’inverno, oltre alle ciaspole, si possono utilizzare gli sci da fondo escursionismo.

Merita una visita il borgo di Santo Stefano, tra i più suggestivi dell’Appennino, dove il torrione cinquecentesco, abbattuto dal terremoto dell’Aquila (aprile 2009) è stato riedificato e riaperto alle visite nel 2022. Chi cerca una camminata più lunga può salire verso il Lago di Passaneta e Santa Maria del Monte di Paganica, o traversare in direzione dell’ex-convento di San Colombo e di Barisciano.    

  • Dislivello: 140 m
  • Tempo: 2.45 ore a/r
  • Difficoltà: WT1 (ciaspolata facile)
  • Quando andare: da dicembre a marzo

Santo Stefano di Sessanio si raggiunge dalla statale 17 (e quindi dal casello de L’Aquila Est della A24) seguendo la statale fino a Barisciano e poi salendo in direzione di Castel del Monte. Oltrepassato il borgo si scende verso la Madonna del Lago, si piega a sinistra prima del bacino e si continua fino a uno slargo 1239 m, 1 km dal paese) accanto un gruppo di case antisismiche. Il camping che ha funzionato a lungo qui è stato chiuso da qualche anno, e comunque lavorava solo in estate.

A piedi si segue una stradina innevata (segnavia 221) che sale dolcemente sulla sinistra del Piano Presuta, e offre alle spalle un bel colpo d’occhio su Santo Stefano. Salendo nel vallone de Le Strette si raggiungono una sella (1336 m) e un bivio con cartelli (località Coste di Tartalo, 1290 m, 0.30 ore) dove la strada piega a sinistra. Qui appaiono il Piano delle Locce, il Corno Grande, le Torri di Casanova e il Monte Prena.     

Si lascia a sinistra la strada (che si seguirà al ritorno) e si scende a destra per un valloncello fino al Piano delle Locce. Si superano dei muri a secco e si traversa verso nord l’altopiano superando una recinzione e dei laghetti (1225 m) nel punto più basso. Risalendo nella stessa direzione (nord) si raggiunge Santa Maria Carboni (1260 m, 0.45 ore), annessa a un rifugio di pastori. Il tetto della chiesetta è crollato. Nei dintorni sono delle grotticelle rafforzate da muri a secco.

Al ritorno, tornati al centro del pianoro, si sale a destra su una strada sterrata (segnavia 225) visibile anche con la nefe, fino a raggiungere in località Pie’ della Retola (cartelli) un tracciato pianeggiante. Lo si segue a sinistra, si scavalca una sella (1350 m), si ritrova l’itinerario di andata e lo si segue fino al posteggio (1.30 ore).

Stefano Ardito Escursioni invernali nell’Appennino Centrale, Idea Montagna 2021