Il promontorio dell’Argentario, per millenni, è stato un’isola staccata dalla costa. Poi la formazione dei “tomboli” sabbiosi della Giannella e della Feniglia lo ha collegato al litorale, creando la laguna di acqua salmastra di Orbetello. La diga che unisce la cittadina al promontorio, e che è percorsa oggi dalla strada, è stata costruita nel 1842.

La laguna ha un grande valore per i pescatori locali, e ospita una straordinaria avifauna. Nell’Oasi WWF che ne tutela una parte si avvistano facilmente i fenicotteri, e altre specie rare di uccelli rari come la spatola e il cavaliere d’Italia. Il tombolo della Giannella è occupato da spiagge e campeggi e accoglie il Casale Spagnolo, cuore dell’Oasi WWF. La striscia di sabbia della Feniglia, invece, è rivestita da una pineta di rimboschimento, tutelata da una Riserva Naturale dello Stato e dov’è facile avvistare i daini.

La strada sterrata che percorre per 6,5 chilometri il bosco offre una piacevole passeggiata a piedi o in bici, ed è collegata alla spiaggia da vari viottoli. Un altro percorso, parallelo alla strada principale, consente di affacciarsi sulla Laguna.

Di grande fascino anche la salita all’area archeologica di Cosa, città fondata dai Romani nel 273 avanti Cristo, e protetta qualche decennio più tardi con un’imponente cinta di mura. Oggi sul punto più alto del colle sono i resti di un fortilizio medievale, mentre intorno all’area archeologica è cresciuto l’insediamento turistico di Ansedonia.

Accanto alla costa, a nord del promontorio, è la Tagliata, un canale scavato nella roccia che serviva a regolare il livello dell’acqua negli stagni dell’entroterra. In estate non è facile trovare un parcheggio.

  • Dislivello: 110 m
  • Tempo: da 4 a 4.30 ore a/r
  • Difficoltà: T
  • Quando andare: tutto l’anno, in estate non nelle ore più calde

Per raggiungere l’ingresso orientale della Feniglia si deve lasciare la Via Aurelia al più settentrionale (direzione di Orbetello e Grosseto) dei due svincoli per Ansedonia. La strada passa sotto alla ferrovia, lascia a sinistra la diramazione per la zona residenziale e conduce a un parcheggio (2 metri) a poca distanza dalla spiaggia. In estate trovare un posto non è facile.

A piedi si traversa un ponte, si va a destra e si oltrepassa il varco pedonale che dà accesso alla Riserva Naturale della Feniglia. Un centinaio di metri lungo una strada sterrata porta ad alcuni edifici dei Carabinieri Forestali. Verso sinistra, un sentiero indicato da un cartello raggiunge i resti di una villa romana.  

Si prosegue sulla strada sterrata, si costeggia un prato dove spesso si lasciano fotografare i daini, e si rientra nella pineta della Feniglia, che poi si attraversa per 6,5 chilometri. Vale la pena di piegare a sinistra a una delle cinque uscite numerate, sbucare sulla spiaggia, seguirla verso destra in direzione dell’Argentario e poi rientrare nella Riserva. In estate si può fare un bagno.

La strada termina all’estremità orientale della pineta, accanto ad altri edifici dei Carabinieri Forestali (3 metri, 1.30 ore) e dell’uscita verso l’approdo turistico di Cala Galera e Porto Ercole. Si torna indietro per lo stesso itinerario e poi, dopo qualche centinaio di metri, si devia a sinistra fino al viottolo che costeggia la Laguna di Orbetello. Più avanti si torna sulla strada sterrata, che riporta all’ingresso della Riserva naturale e al posteggio (1.30 ore). Si può anche tornare indietro prima, abbreviando la camminata.

Si riparte per Via delle Mimose, che costeggia il posteggio e sale a un quadrivio (31 m). Qui si sale a sinistra per Via delle Ginestre, fino a raggiungere le mura e il Museo archeologico di Cosa (la visita è a pagamento). Verso destra, un viottolo sale all’imponente Acropoli (80 m), dominata da una torre medievale e che offre un perfetto colpo d’occhio sull’Argentario e la Maremma.

Si ridiscende al quadrivio, si va a sinistra, si passa davanti al ristorante Vinicio e si traversa la zona residenziale di Ansedonia fino alla discesa che conduce alla Torre Puccini e al porto antico. Verso destra, in pochi metri, si raggiunge la Tagliata. Al ritorno si riattraversa Ansedonia, senza risalire agli scavi di Cosa. Questa parte della camminata richiede da 1 a 1.30 ore a/r.  

Stefano Ardito I 50 sentieri più belli della Toscana, Iter 2017