Ben noto agli arrampicatori grazie alle difficilissime vie tracciate dall’alpinista feltrino Maurizio Zanolla, in arte Manolo, il Monte Totoga separa la valle del Cismon da quella del Vanoi. Durante la Grande Guerra, la montagna è stata forata per ospitare i cannoni italiani che battevano il fronte del Lagorai.

L’itinerario che sale da Gobbera fino alla cima inizia costeggiando le pareti calcaree del versante del Primiero, e si affaccia sulla gola dello Schenèr dai pressi della chiesetta di San Silvestro.

Più avanti si sale in un ripido bosco sorvegliato da spuntoni rocciosi (nella foto), e si prosegue sulla vecchia strada militare fino al rifugio San Giovanni Gualberto e al forte affacciato su Canal San Bovo. Un ultimo, breve strappo conduce al cocuzzolo erboso e alla piccola croce di legno della cima, belvedere sulle Pale di San Martino e i Lagorai. Tra questi ultimi spicca per eleganza la Cima di Cece.      

  • Dislivello: 730 m
  • Tempo: 3.45 ore a/r
  • Difficoltà E
  • Periodo consigliato: da maggio a ottobre

L’abitato di Gobbera (985 m) si raggiunge in auto da Imer o da Canal San Bovo. A piedi si imbocca la strada sterrata, indicata da un cartello, che si dirige verso il Totoga. Il tracciato tocca una fornace restaurata, diventa chiuso alle auto e prosegue a mezza costa, indicata dai segnavia 345. Dopo aver aggirato uno sperone roccioso con immagine sacra la strada si affaccia sulla chiesetta di San Silvestro e la gola dello Schenèr, e raggiunge un bivio (1043 m, 0.15 ore).

Qui ci si tiene a destra e si inizia a salire in vista delle compatte pareti del versante orientale del Totoga e della conca di Primiero. Quando la carrareccia finisce ai piedi di una placca di roccia compatta (1120 m) si continua in faticosa salita per un sentiero lastricato che passa sopra a dei salti rocciosi, tocca un belvedere con ringhiera e poi entra in un fitto bosco di faggi e abeti.

Due tornanti precedono un bivio dove si va a destra, fino sbucare (1449 m, 1.15 ore) sul versante meridionale della montagna, più coricato. Un altro tratto ripido e una mezza costa verso sinistra portano alla strada militare che sale dalla Valle del Vanoi. La si segue verso destra, si supera una tornante (il numero 47 della strada), si lascia a destra una diramazione e si raggiunge il rifugio San Giovanni Gualberto (1570 m), che ha un locale sempre aperto.

Oltre il rifugio la strada si biforca, e conduce ai due livelli del forte italiano ricavato durante la Grande Guerra. Le due gallerie sono percorribili comodamente e senza bisogno di una pila, e si allargano negli ambienti che ospitavano i cannoni.

Accanto all’imbocco della galleria superiore inizia il ripido sentiero che conduce alla cima, e che può essere raggiunto anche da un cartello accanto al rifugio. Una faticosa salita tra faggi e abeti, accanto all’orlo dei ripidi boschi che scendono verso il Vanoi, porta a incrociare un sentiero a mezza costa.

Spostandosi verso destra si esce dal bosco e di raggiunge la vetta del Totoga (1705 m, 0.45 ore), indicata da una piccola croce, che offre un bel panorama verso i Lagorai, le Pale di San Martino e le Vette Feltrine. Particolarmente imponente, da qui, appare la Cima di Cece. La discesa per la stessa via richiede 1.30 ore fino a Gobbera.