“La salita del Mont de la Saxe è una delle escursioni più piacevoli che si possano fare dovunque. Dà, dall’inizio alla fine, una successione di magnifici panorami sul versante italiano del Monte Bianco”. Così nella sua guida del massiccio, pubblicata nel 1896, descriveva il Mont de la Saxe il grande alpinista britannico Edward Whymper, autore nel 1865 delle prime ascensioni delle Grandes Jorasses, dell’Aiguille Verte e del Cervino.

Whymper aveva ragione. Allungato a separare la bucolica Val Ferret dalla selvaggia Val Sapin, il Mont de la Saxe è una delle mete più belle per l’escursionista nei dintorni di Courmayeur. I pascoli, gli alpeggi, i boschi di conifere che rivestono anche i versanti più ripidi formano un quadro di serena bellezza, proprio di fronte alla impressionante visione delle Jorasses, del Dente del Gigante, delle creste di Rochefort, dell’Aiguille Noire e del versante della Brenva del Monte Bianco, che compongono un quadro tra i più spettacolari delle Alpi.

Risparmiati dalle piste, dagli skilfit e dalle costruzioni sorte tra lo Chécrouit e il Mont Chétif, il Mont de la Saxe (2348 metri), come i vicini pascoli di Liconi, di Malatrà e di Armina, offre un’atmosfera integra. Il rifugio Bertone è stato realizzato trasformando una baita di famiglia, da Renzino Cosson, guida di Courmayeur e a lungo responsabile del Soccorso Alpino valdostano.

L’intervento ha creato un punto di appoggio utile sia ai villeggianti che compiono delle camminate in giornata sia a chi percorre il Giro del Monte Bianco. Il rifugio è dedicato all’alpinista piemontese Giorgio Bertone, diventato guida del Monte Bianco e precipitato nel 1977 con il suo piccolo aereo sul massiccio. Il sentiero che sale rifugio dalla Val Ferret è comodo e breve, e include solo un breve tratto dove occorre tenere sotto controllo i bambini. Un percorso più lungo sale da Courmayeur toccando la frazione del Villair e i boschi di larici della Val Sapin. Chi raggiunge la Vel Ferret in bus lo può utilizzare in discesa.

  • Dislivello: 470 m
  • Tempo: 2.45 ore a/r
  • Difficoltà: T/E
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre

Da Courmayeur si segue in auto o con un bus di linea la strada della Val Ferret fino al posteggio di Planpincieux (1583 m), che è obbligatorio utilizzare dopo l’illogica chiusura di quello all’inizio del sentiero. Chi sale in bus può provare a farsi lasciare al bivio (1619 m). Il percorso accanto alla strada da Planpincieux richiede 0.15 ore.

Dal bivio si traversa il ponte sulla Dora di Ferret, e si segue una strada sterrata tra i prati, con meraviglioso panorama sulle Grandes Jorasses e il Monte Bianco. Dopo qualche svolta, si sale con una lunga diagonale nel rado bosco di larici, seguendo i segnavia gialli numero 31.

Toccate le baite inferiori di Leuché (1796 m), in abbandono, la strada finisce (1825 m) accanto a un cancello che delimita una zona in frana. Si torna a sinistra per un sentiero che sale ai casolari superiori di Leuché (1949 m, 1 ora) e a un bivio.

Lasciata a sinistra l’Alta Via numero Uno, si torna verso destra (sud est) con una lunghissima diagonale, ancora nel bosco e poi attraverso una successione di piacevoli pianori erbosi che offrono altri meravigliosi panorami. Si traversa con un po’ di attenzione un ripido pendio erboso affacciato dall’alto su Entrèves (qui bisogna tenere sotto stretto controllo i bambini!), e si raggiunge la cresta che scende dal Mont de la Saxe (2020 m) accanto a un cocuzzolo erboso con tavola di orientamento.

Qui si lascia a sinistra il ripido sentiero che sale verso il Mont de la Saxe, e si scende alle baite del Pré (Praz su alcune carte) e al rifugio Bertone (1991 m, 0.30 ore), da cui il panorama si apre verso il Mont Chétif, la Val Vény e il ghiacciaio della Brenva. La discesa per lo stesso itinerario richiede 1.15 ore fino alla strada asfaltata, e altre 0.15 ore da qui a Planpinciueux. La discesa a piedi in direzione di Courmayeur (segnavia 42 e TMB) richiede 1 ora fino alla strada della Val Sapin (1464 m) e altre 0.45 ore da qui al centro (1220 m), per la strada che tocca le case di Villair superiore e inferiore.

Stefano Ardito, Cesare Re I 50 sentieri più belli della Valle d’Aosta, Iter Edizioni 2015