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Il Monte Tomba, propaggine orientale del massiccio del Grappa, si allunga verso la valle del Piave tra gli abitati di Alano a nord, e di Possagno, Cavaso del Tomba e Pederobba a sud. A causa della posizione, tra il 1917 e il 1918, la montagna è stata investita da una serie di violenti attacchi austro-ungarici, fermati da reparti italiani e degli Chasseurs des Alpes francesi. A consentire la resistenza sono state anche le fortificazioni del Monte Palòn, restaurate dal 2003 dai volontari dell’Associazione Nazionale Alpini di Possagno.

La bella camminata di cresta che inizia dalle trincee (nella foto), dalla croce e dalla chiesa del Monte Tomba può concludersi al Palòn o continuare fino alla Cima della Mandria. Magnifico belvedere verso le Pale di San Martino, le Vette Feltrine e la pianura. Il sentiero è facile ma qualche tratto, su un aereo crinale erboso, richiede di fare attenzione.  

  • Dislivello: da 480 a 680 m
  • Tempo: da 2.45 a 4 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a ottobre

Da Pederobba si sale in auto alla chiesa e ai posteggi del Monte Tomba (850 m, 10 km). Le strade che salgono da Cavaso del Tomba e da Alano di Piave sono più strette e tortuose. In pochi minuti si sale alla croce di Monte Tomba (869 m), dov’è una trincea restaurata, e si visitano la chiesa (normalmente chiusa) e i vicini memoriali italiani e frances

L’itinerario inizia con una salita sull’ampio crinale erboso, percorso da una carrareccia e priva di segnavia (che in questo tratto seguono la strada asfaltata). Scavalcato un cocuzzolo, si esce sulla strada che sale da Alano, e si raggiunge la Trattoria da Miet (Malga Il Dos sulle mappe, 870 m).

Poco più avanti si imbocca a destra il sentiero (segnavia 212) che segue il panoramico crinale che tocca la Punta Brendai e poi sale alla vetta del Castel Cesil (1142 m, 1 ora), dove si scoprono le prime trincee e gallerie restaurate dai volontari dell’ANA.

Un percorso più comodo, in parte nel bosco, porta a saliscendi fino al piazzale e al rifugio del Palòn (1206 m), dove sono un rifugio dell’ANA (normalmente chiuso) e una grande croce. Verso destra, una strada sterrata porta in piano alla Malga Barbeghera (1198 m, 0.30 ore a/r in più), con servizio di ristoro.

Qui inizia il sentiero storico che tocca un cannone e la statua dell’Alpino realizzata con schegge di proiettili, supera trincee e gallerie, e raggiunge la vetta del Palòn (1305 m, 0.30 ore), oltre la quale sono delle vaste e suggestive postazioni sotterranee, ben restaurate dall’Associazione Nazionale Alpini.

E’ possibile concludere l’escursione sul Palòn. Chi vuol continuare deve superare un tratto ripido del sentiero, sbucare (1427 m) sulla dorsale che raggiunge a nord il Monte Piz, scendere alla Bocca di Forca (1402 m), traversata da una strada, e salire alla cappelletta della Cima della Mandria (1481, 0.45 ore), magnifico belvedere verso le Dolomiti, la parte alta del Grappa e la pianura veneta.

Un sentiero e una strada asfaltata permettono di tornare alla strada asfaltata e di raggiungere la Malga Archeson (1450 m, 0.45 ore a/r in più), spesso aperta con servizio di bar-ristorante. La discesa richiede 0.30 ore fino al Palòn, e 1.15 ore da questo al punto di partenza. In caso di maltempo si può seguire, a tratti o interamente, la stretta strada asfaltata che corre a sud della cresta. Questo percorso, anche se comodo, richiede di fare attenzione alle auto.