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L’Aquila, la “capitale” dell’Abruzzo montano, è legata a filo doppio al Gran Sasso. Dal lontano 1573, l’anno della storica ascensione di Francesco De Marchi, il Corno Grande e le altre vette del massiccio sono delle mete fondamentali per gli aquilani. Generazioni di alpinisti e scialpinisti, nati in città e negli immediati dintorni, hanno legato il loro nome alle pareti del massiccio più alto e più spettacolare dell’Appennino.

Hanno segnato la storia dell’Aquila anche il terremoto del 2009, la vicenda del Traforo e dei Laboratori, la storia della funivia di Campo Imperatore e della prigionia di Mussolini. Come ricordo nel libro, la Sezione aquilana del CAI ha avuto un ruolo decisivo nella battaglia, dal 1982 in poi, contro il progetto di impianti di risalita e piste da sci a Campo Pericoli.  

Presentare “Gran Sasso. Il gigante del Sud” nella bellissima sede della Sezione dell’Aquila del CAI sarà l’occasione per fare il punto su questo rapporto speciale. Mi aiuteranno Vincenzo Brancadoro, alpinista ed ex-presidente della Sezione, le guide alpine Giampiero Di Federico e Domenico Totani, il regista Luca Cococcetta che ha firmato “Monte Corno, pareva che io fussi in aria”. Grazie al presidente Ugo Marinucci e a tutto il Consiglio Direttivo sezionale, grazie alla Libreria Colacchi che collaborerà alla serata!