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Alcune delle vette più belle dell’Appennino tosco-emiliano si alzano tra i passi del Cerreto e delle Radici, sul confine tra la provincia di Reggio Emilia e l’ampio solco della Garfagnana, in territorio toscano. Il Monte Prado, 2054 metri, è la cima più alta della Toscana, il Monte Cusna, 2120 metri, è la seconda vetta (dopo il Cimone) dell’Emilia. Tra le due cime, scende verso nord-ovest la boscosa Valle dell’Ozola.

Una foresta ancora più suggestiva, l’Abetina Reale (o Ducale) riveste invece la valle che scende a sud est in direzione di Civago. Questo magnifico bosco, ceduto nel 1451 al Duca d’Este, è percorso dal lungo itinerario che sale al rifugio Battisti, della sezione di Reggio Emilia del CAI, che sorge a 1761 metri di quota, tra i pascoli e i faggi del valico di Lama Lite.    

Il rifugio, costruito dalla UOEI (Unione Operaia Escursionisti Italiani), è passato al CAI, è stato distrutto nel 1944 dall’artiglieria tedesca ed è stato ricostruito nel dopoguerra. Oltre che in estate, quando viene spesso raggiunto in mountain-bike, viene aperto e gestito anche in molti weekend invernali, quando si può arrivare a piedi, con le ciaspole o gli sci. Dal rifugio, una breve e comoda passeggiata conduce al Passone, valico e confluenza di sentieri ai piedi della cresta del Monte Cusna.

Chi cerca una camminata più breve, o vuole più tempo per puntare alle cime, può salire al rifugio per l’itinerario (segnavia CAI 631) che inizia dalla sbarra sul Rio Lama, che si raggiunge da Civago per una lunga (8 km) ma comoda strada forestale.

Un’alternativa più interessante, e che permette di raggiungere sia il Cusna sia il Prado, consiste nel passare una notte al rifugio Battisti. Il sentiero dell’Abetina Reale tocca anche il bel rifugio Segheria, privato, ricavato in un fabbricato storico. La zona, da anni, è inclusa nel Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano.

  • Dislivello: 840 metri
  • Tempo: 5.30 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da fine maggio a ottobre

L’abitato di Civago, sul confine tra le province di Reggio Emilia e Modena, si raggiunge dalla pianura per le strade che toccano Villa Minozzo o Montefiorino. Chi arriva dal versante toscano deve scavalcare il Passo delle Radici, o passare per l’Abetone e Sant’Anna Pelago. Dal paese si sale alle Case di Civago. Una strada sterrata porta a un parcheggio affiancato da un’area da picnic (1050 m).

Si continua a piedi lungo la strada sterrata che si alza sulla sinistra orografica del torrente Dolo, ed è indicata fin dall’inizio dai segnavia bianco-rossi 605. Seguendo i segni e i cartelli si oltrepassano alcuni bivii, si tocca una fonte con abbeveratoio, e si continua a salire uscendo dal bosco su una panoramica radura inclinata.

Più avanti si rientra nel folto, si superano delle case diroccate e si arriva al primo dei due ponticelli sul Dolo. Oltre il secondo, nei pressi di una cascata, si lascia la strada e si sale per un sentiero a tornanti al rifugio Segheria (1410 m, 1.30 ore), che permette una comoda sosta.

Alle spalle dell’edificio si riprende la strada sterrata, poi ci si dirige a sinistra su un sentiero che si inoltra nel bosco di abeti, sempre a poca distanza dal torrente. Si passa a pochi metri da un laghetto artificiale, si raggiunge l’uscita dal bosco e si incontrano i segnavia 631 che salgono dalla strada forestale. Si continua sui prati sorvegliati dalle rocce del Monte Cipolla fino al pianoro di Lama Lite e al rifugio Battisti (1761 m, 1.15 ore).

Vale la pena di proseguire per un ampio sentiero (segnavia 615), sul crinale marnoso che separa le valli dell’Ozola e del Dolo. Oltrepassato un laghetto (normalmente asciutto in estate) si raggiunge il valico del Passone (1839 m, 0.45 ore a/r), dove sono numerosi cartelli, e una croce che ricorda un’escursionista scomparsa nel 1978. Per la salita ai 2121 metri del Monte Cusna (3 ore a/r dal rifugio Battisti) conviene senz’altro passare una notte al rifugio. La discesa per l’itinerario di salita richiede 2 ore dal rifugio Battisti al posteggio