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Uno dei ritrovamenti archeologici più importanti per lo studio della Preistoria sulle Alpi è stato effettuato quarant’anni fa nel cuore delle Dolomiti, tra il Passo Giau, la Val Fiorentina e le rocce della Croda da Lago e dei Lastoni di Formìn, in vista del Pelmo e della Civetta.  

E’ stato Vittorino Cazzetta, un appassionato di montagna locale, a scoprire dei manufatti litici ai piedi di un grande masso erratico a 2130 metri di quota (nella foto). A condurre lo scavo, tra il 1986 e il 2000, sono stati i paletnologi dell’Università di Ferrara.

La conca, a partire da 10.000 anni fa, ospitava in estate dei cacciatori del Mesolitico, che si riparavano negli strapiombi formati dal masso, chiusi con tronchi e con pelli. E che attaccavano con lance e frecce dalla punta di pietra stambecchi, cervi e marmotte.

Cuore del sito di Mondeval era la tomba di uno di loro, uno degli ultimi uomini di Cro-Magnon europei. Accanto allo scheletro sono stati deposti con lame di pietra, corna di animali, monili e un blocco di propoli. L’Uomo di Mondeval, però, non è mai diventato famoso come Ötzi, l’Uomo del Similaun, la cui mummia e il cui corredo attirano i visitatori del Museo archeologico di Bolzano.

Merita certamente una visita il Museo Civico di Selva di Cadore, dedicato a Vittorino Cazzetta (0437.521068, www.museoselvadicadore.it) che ospita lo scheletro e il corredo dell’Uomo di Mondeval, e calchi di impronte e ricostruzioni dei dinosauri che vivevano nella zona. .

La conca di Mondeval, con i suoi pascoli d’alta quota frequentati da camosci e marmotte, può essere raggiunta da Passo Giau, dal rifugio Croda da Lago e dal rifugio Città di Fiume. Descriviamo l’itinerario più breve, che sale dal versante di Santa Fosca.

  • Dislivello: 550 m
  • Tempo: 3.30 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da giugno a ottobre

Da Santa Fosca, in Val Fiorentina, si sale in auto all’accogliente Malga Pian de Vacia (1648 m, 3 km dal centro). Si deve lasciare l’auto nel piazzale della struttura, ed è buona norma chiedere il permesso e – se possibile – consumare o acquistare qualcosa al ritorno.

Si continua a piedi sulla strada asfaltata chiusa al traffico, che supera una salita ripisa, e continua con percorso più comodo fino a un bivio (1759 m, 0.30 ore) con cartelli. Si imbocca a sinistra un ampio sentiero (segnavia 466) che sale, tocca la Piera de l’Autà, traversa un boschetto e poi sale decisamente sui prati. Un tratto più comodo porta alla Casera Mondeval de Sot (1841 m), in abbandono.

Si continua sui prati, si obliqua a destra, si costeggiano dei larici e si raggiunge un bivio con cartelli (1921 m). Si va a destra, si traversa il Rio di Mondeval su un ponticello, e si riprende a salire, direttamente e poi a tornanti, per un pendio erboso affacciato verso il Pelmo e la Civetta.

Più in alto il sentiero obliqua a sinistra, traversa un ruscello, e sale a svolte tra grandi massi di dolomia fino a un bivio sull’orlo della conca di Mondeval. Qui si lascia a destra un sentiero per Forcella Ambrizzola, e si continua a saliscendi, in una conca sorvegliata dai Lastoni di Formìn e dallo Spiz de Mondeval, fino al grande masso erratico (2130 m, 1.30 ore) che ospitava l’insediamento preistorico.

Poco più in alto, a sinistra, sono gli edifici della Casera Mondeval de Sora, da cui il sentiero prosegue verso il Lago delle Baste. Salendo nella conca oltre il masso si raggiunge il sentiero dell’Alta Via numero Uno, che si può seguire verso Forcella Ambrizzola o Forcella Giau. La discesa per lo stesso itinerario richiede 1.30 ore.