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Il Precipizio del Circeo, una impressionante parete calcarea affacciata verso il Mar Tirreno, è l’angolo più selvaggio e integro del Parco nazionale che tutela il promontorio, i laghi costieri, la duna e l’isola di Zannone. Sulla parete, verticale o strapiombante, sono state tracciate a partire dal 1960 delle vie di arrampicata che hanno fatto storia. Oggi, a causa della dimensione della muraglia, la presenza degli arrampicatori (pochissimi) non sembra dare fastidio al falco pellegrino e al resto dell’avifauna.

Purtroppo, però, il Parco non ha mai riconosciuto il valore storico e sportivo dell’arrampicata sul Precipizio, e non ha mai inserito nella sua rete ufficiale di percorsi il bellissimi e avventuroso sentierino che viene utilizzato dai climber per raggiungere la base delle vie e per tornare alla base. E’ un peccato, perché il sentiero anche se a tratti scomodo, non presenta vere difficoltà, e consente di esplorare con rispetto un ambiente straordinario e unico nel Lazio.

Dislivello: 320 metri
Tempo: 2.30 ore a/r
Difficoltà: EE

Periodo consigliato: dall’autunno alla primavera, in estate solo nelle ore più fresche

Dal centro di San Felice Circeo si seguono le indicazioni per Punta Rossa e il Faro. La strada corre a lungo a mezza costa, lascia a sinistra il bivio per la Grotta della Capre, tocca il Faro e sale ai piedi di una parete rocciosa per aggirare Torre Cervia.
Oltre l’Hotel Punta Rossa la strada diventa sterrata ed entra in una zona privata. Si posteggia su Via della Vasca Moresca, prima di un bivio a 5 km da San Felice. La quota è di 30 metri, in alto si vedono la vetta del Circeo e la sommità del Precipizio.
A piedi, lasciato a sinistra la prosecuzione della strada sterrata, si sale per un viottolo a mezza costa. Dopo pochi minuti, a un bivio con segnavia e ometto (non sempre visibili) si va a destra per un sentiero circondato dalla macchia che si alza a larghi tornanti, offrendo panorami sul Quarto Caldo e il mare.
Questo tratto si conclude a una piazzola (190 m) sulla cresta che chiude la conca del Precipizio. Fin qui l’itinerario è elementare. Si continua per un sentierino più ripido, indicato da piccoli ometti, che supera colate di ghiaia ed elementari roccette, avvicinandosi nuovamente alla cresta.
Oltrepassato uno spuntone che offre un magnifico panorama sul Precipizio, si raggiunge una forcella (280 m, 0.45 ore) accanto al margine della parete. I segnavia si abbassano a sinistra nella boscaglia, e costeggiano alla base la parete fino alla base della sua parte centrale, dove attaccano la Via del Tetto e il Pilastro Zoppo. Questo tratto richiede 0.30 ore a/r. Lo stesso tempo serve per tornare al punto di partenza.
Dal posteggio, si riparte per una strada sterrata che tocca lo scheletro di un fabbricato abusivo, e poi scende verso la costa. Si piega a destra per un sentierino pianeggiante, si scende per roccette e si arriva al Riparo Blanc, strapiombo calcareo utilizzato da cacciatori e pescatori preistorici, e affiancato da belle palme nane.
Poco più avanti ci si affaccia sulla splendida Cala della Cava di Alabastro, si torna per lo stesso itinerario. Occorrono altre 0.30 ore a/r.