Seleziona una pagina

La dorsale principale della Maiella si conclude verso sud con il crinale del Monte Porrara, una elegante cima che si affaccia a ovest sulla conca di Campo di Giove e sui boschi del Pizzalto, a sud sui Quarti di Pescocostanzo e dintorni, e a est sulla profonda Valle dell’Aventino e sulle suggestive faggete dei Monti Pizi.

Verso Campo di Giove, il Porrara e la vicina Cima Ogniquota (un toponimo che non compare sulle mappe, e potrebbe essere trasformato in Cima Campo di Giove) si riconoscono grazie a una bella parete calcarea triangolare, che sorveglia la Valle Quartarana, percorsa d’inverno da un’impegnativa pista da sci. Ai piedi del versante occidentale della montagna passa la ferrovia Sulmona-Isernia, percorsa dai treni storici della “Transiberiana d’Abruzzo”.

Descrivo il classico sentiero che inizia dalla vecchia stazione ferroviaria di Palena, che ospita da qualche anno un centro di informazioni del Parco nazionale della Maiella, sale con pendenza regolare, e offre una lunga camminata in ambiente solitario fino alla vetta (nella foto) da cui appaiono la Tavola rotonda e il Monte Amaro.

Si può salire piacevolmente al Porrara anche dall’Eremo della Madonna dell’Altare, legato alla memoria di Fra’ Pietro da Morrone, che divenne Papa Celestino V. La cresta sommitale è aerea e panoramica, e va evitata se c’è un temporale in arrivo. D’inverno si può salire con le ciaspole fino alla sella 1910 metri. Nell’ultima parte, invece, sono necessari la piccozza e i ramponi. 

  • Dislivello: 880 m
  • Tempo: 4.15 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Periodo consigliato: da maggio a novembre

La stazione ferroviaria di Palena, dove sono un bar e un centro-visite del Parco nazionale della Maiella, si raggiunge da Campo di Giove, Palena, Rivisondoli, Roccaraso o Pescocostanzo. Si continua per poche centinaia di metri verso Campo di Giove fino a due slarghi (1253 m) che consentono di posteggiare. Una strada chiusa da una sbarra scende verso il Quarto Santa Chiara, occupato in primavera da un lago.

Si continua brevemente a piedi sulla strada, poi si imbocca un evidente sentiero (cartello, segnavia P e Sentiero Italia) che sale in diagonale tra i faggi, lasciando a sinistra un traliccio e raggiungendo il crinale, qui larghissimo e rivestito da un bosco di conifere.

Il sentiero segue la cresta, poi si sposta a destra (1547 m) fino al margine della faggeta, da cui appaiono i Monti Pizi e l’Adriatico. Più in alto si rientra nella faggeta, si sale a sinistra e si torna sulla cresta, qui spoglia e più ripida, fino al cocuzzolo di Serra Malvone (1760 m, 1.15 ore), indicato da un ometto.

Si tocca un vecchio cippo di confine, si traversa un pianoro e si rientra nel bosco. Una nuova ripida salita porta a uscire dalla faggeta. Si traversa un pianoro, si lasciano a sinistra degli spuntoni rocciosi, e si sale a un bivio (1910 m, 0.30 ore) dove dei cartelli del Parco indicano l’arrivo del sentiero che sale dalla Madonna dell’Altare.   

Si continua sul crinale, superando un gradino ripido, e poi affrontandone un secondo dove il sentiero è in parte franato. Da una ben visibile trincea della Linea Gustav si continua quasi in piano, si sale ancora e si raggiunge il primo cocuzzolo della cresta sommitale, che scende ripida verso Campo di Giove. Poco oltre si raggiunge la vetta (2137 m, 0.45 ore), dove sono una croce e un cartello del Parco.

Il panorama comprende la cresta sommitale della Maiella e il Monte Amaro (che appaiono pochi passi prima di raggiungere la croce), i Monti Pizi, il Quarto Santa Chiara e il Morrone. In lontananza, nelle giornate serene si vedono l’Adriatico e il Corno Grande del Gran Sasso. La discesa, per lo stesso itinerario, richiede 1.45 ore fino alla strada.

Stefano Ardito Escursioni nel Parco nazionale della Maiella, Idea Montagna 2022

Stefano Ardito Escursioni invernali nell’Appennino centrale, Idea Montagna 2021

Stefano Ardito, Angelo Monti, Le 50 ciaspolate più belle d’Abruzzo, Iter 2016