Il ghiacciaio del Rutor, il panorama sulla cima del Bianco, i numerosi laghi nei pressi del rifugio e le splendide cascate del Rutor caratterizzano questo itinerario, che sale dai fitti boschi di conifere della conca di La Thuile fino alle morene che precedono il ghiacciaio, in forte ritiro da molti anni.
La presenza d’acqua è comune sui sentieri della Valle d’Aosta. In questa zona, oltre alle spettacolari cascate del Rutor (nella foto) e al torrente emissario del ghiacciaio, si possono ammirare i Laghi di Bella Comba (o Bellecombe), raggiungibili con una deviazione dopo la terza cascata.
Testi e mappe sono d’accordo sul numero delle cascate, tre, ma le cose non sono così semplici quando occorre individuare i vari salti. A parte la prima cascata, vicinissima a La Joux, non tutte le fonti sono d’accordo più avanti sul numero e l’ubicazione dei salti.
Anche gli escursionisti più tranquilli possono compiere la breve gita fino alla spettacolare prima cascata. Chi compie l’intero itinerario raggiunge il rifugio Albert Deffeyes, della Sezione di Aosta del CAIintitolato a un alpinista e militante nella lotta per l’autonomia della Vallée, dopo una lunga camminata su una storica mulattiera militare.
Dal rifugio, oltre alla morena, ai laghi e al ghiacciaio del Rutor, si ammirano la vicina e turrita vetta del Grand Assaly e, alle spalle, gran parte della catena del Monte Bianco. E’ consigliato passare una notte al rifugio, ma nel cuore dell’estate è bene prenotare per tempo allo 0165.884239 o attraverso il sito www.rifugiodeffeyes.it.
- Dislivello 880 m
- Tempo: 5 ore a/r
- Difficoltà: E
- Periodo consigliato: da luglio a settembre
Da La Thuile si segue la strada asfaltata per La Joux (1615 m), ampia e comoda nei primi 3 km e invece stretta e scomoda negli ultimi 1,5 km. In caso di forte affluenza si può percorrere a piedi l’ultimo tratto (0.30 ore in più) o utilizzare i bus-navetta.
Prima del ristorante di Les Joux, un cartello indica a sinistra il sentiero (segnavia 3 e Alta Via numero Due) per le cascate del Rutor e il rifugio Deffeyes. Si scende al fiume, lo si traversa su un ponte (1607 m), e si sale allo spiazzo (1700 m) accanto alla prima cascata. Il sentiero prosegue con numerose svolte nel bosco (una deviazione a destra porta a un ponticello sopra alla cascata), passa accanto a un caratteristico masso, ed esce dal bosco accanto alla baita di Parcet (1772 m).
Una salita più dolce, in vista di una serie di salti del torrente (seconda cascata sulle mappe IGM, non calcolata dai cartelli) porta a un idilliaco pianoro accanto al torrente (1880 m, 0.45 ore), che qui è scavalcato da un ponte. In alto, appare la cascata più alta. Il sentiero riprende a salire a svolte accanto al torrente, fino al tornante da cui una deviazione porta alla “seconda cascata” dell’elenco ufficiale. Poco oltre è la base della “terza cascata” (2060 m, 0.30 ore), dove un nuvo ponte consente di avvicinarsi al salto. Chi cerca un’escursione più breve può tornare indietro da qui.
La salita prosegue a strette svolte fino al bivio (2100 m) per i laghi di Bellecombe, poi ci si alza verso sinistra in una specie di avvallamento. Una breve discesa, e poi un tratto in piano, conducono al ponte sull’emissario del Lac du Glacier (2145 m, 0.30 ore), in una conca ricca di acque.
Oltrepassate anche le rovine di una malga, il sentiero sale a larghi tornanti, obliqua a destra, poi prende quota con una serie di svolte in un assolato canalone. Ancora tornanti, poi un tratto a mezza costa e una discesa portano a un intaglio da cui si sale al rifugio Deffeyes (2494 m, 1 ora). Nei pressi è una cappella dedicata a San Grato.
Chi vuol camminare ancora (o passa una notte al rifugio) può proseguire sul sentiero che scende a traversare il torrente della Comba des Ussellettes, e risale in vistal Lago inferiore e i Grand Assaly, lascia a sinistra l’Alta Via numero Due e sale al pianoro che ospita il Lago Verde e il Lago Superiore, e poi a un belvedere (2580 m, 1.30 ore a/r) sul ghiacciaio del Rutor. La discesa dal rifugio a La Joux richiede 2.15 ore.
Stefano Ardito, Cesare Re I 50 sentieri più belli della Valle d’Aosta, Iter Edizioni 2017
Stefano Ardito I rifugi della Valle d’Aosta, Iter Edizioni 2020
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