La classica salita invernale al Monte Vettore, il “tetto” dei Sibillini. Un itinerario da fare con piccozza e ramponi (niente ciaspole!), con panorami verso il Gran Sasso e le colline del Piceno. Le strade dopo il terremoto del 2016 potrebbero essere chiuse. Informatevi prima!

Dislivello: 950 metri
Tempo: 5 ore a/r
Difficoltà: E con la montagna asciutta, F in condizioni invernali

Arriva o non arriva la neve? Verranno aperte d’inverno le strade per Castelluccio e Forca di Presta? Nel dubbio, mi sembra giusto rendere omaggio ai Monti Sibillini e al loro lentissimo ritorno alla normalità con questo classico itinerario, molto frequentato anche d’inverno. La descrizione è tratta dal primo volume della mia guida Appennino bianco (Iter Edizioni, 2011). Ricordo che l’itinerario verso il rifugio Zilioli e il Vettore, con la neve, viene spesso preso sottogamba. Sono necessari la piccozza e i ramponi, le ciaspole usatele per andare a spasso sui Piani!

Il valico stradale di Forca di Presta (1536 metri), ai piedi delle vette più alte dei Sibillini, si raggiunge da Castelluccio, Arquata del Tronto o Montegallo. Dopo il terremoto del 2016 la sola strada aperta (ma non sempre) è la prima. Verificate prima di partire! Il rifugio degli Alpini, a sud della Forca, è inagibile e chiuso.

A piedi si segue il largo crinale, percorso in estate da un sentiero che aggira a sinistra dei cocuzzoli e si affaccia sulla Valle Santa, spesso percorsa dagli scialpinisti. Dopo aver traversato un pianoro si tocca la piccola croce che ricorda l’alpinista Tito Zilioli, e si superano un tratto ripido e la faglia, visibile solo senza neve, che si è aperta nel 2016.

Dal pianoro accanto al cocuzzolo del Vettoretto, si continua con una lunga diagonale, su terreno abbastanza ripido, (attenzione con neve abbondante o ghiacciata!) fino al rifugio Zilioli (2238 metri, 2.15 ore), eretto dal CAI di Ascoli Piceno e passato a quello di Perugia, inagibile a causa del sisma.

Si riparte traversando l’amplissima Sella delle Ciàule, da cui appare a sinistra il Pizzo del Diavolo con le sue rocce segnate dal terremoto, poi si imbocca un largo impluvio innevato che sale verso la cima. Dove questo si allarga in una conca ci si alza a sinistra fino alla larga cima del Vettore (2476 metri, 0.45 ore). In alternativa si può fare un giro verso destra, toccando la Cima di Pretare e finendo per una larga cresta. Sul punto più alto, dopo i terremoti del 2016, è stato piazzato un GPS dell’INGV, che segnala gli spostamenti causati da eventuali scosse. La discesa richiede 2 ore.