Dislivello: 320 metri
Tempo: 1.40 ore
Difficoltà: T

A renderlo famoso è stata la guerra. La sua cima, nei giorni di Caporetto, fu conquistata da quattro compagnie dell’Alpenkorps tedesco comandate dal capitano Erwin Rommel, destinato a diventare famoso. Ma il Matajur è una montagna di pace, raggiungibile dalla Slovenia e dall’Italia. All’inizio del sentiero è un piacevole rifugio.

Da Savogna si sale in auto a Montemaggiore e al rifugio Guglielmo Pelizzo (1325 m), della sezione di Cividale del CAI. A piedi si segue il viottolo (segnavia 736) che inizia dal piazzale accanto al rifugio e sale sulla larghissima ed erbosa cresta Sud-est della montagna.
Dove il pendio diventa leggermente più ripido ci si tiene a sinistra a un bivio, e si sale in diagonale fino a raggiungere la cresta Sud-ovest del Matajur e alla Dom na Matajure (1550 m, 0.45 ore), un rifugio saltuariamente aperto, di proprietà della Planinska Druzina Benecije, associazione alpinistica di lingua slovena di San Pietro al Natisone.
Si riparte sul largo crinale che sovrasta il rifugio, che scende a sinistra con pendii ripidi e rocciosi. Dopo aver superato dei massi si arriva alla larghissima vetta del Matajur (1641 m, 0.15 ore), dove un monumento e una chiesetta ricordano le battaglie e i caduti della Grande Guerra, e dove s’incontrano i segnavia di vari itinerari di trekking.
Il panorama, che fin dalla partenza include le Alpi Carniche e le lontane Dolomiti, si allarga man mano che si sale verso la pianura friulana e la costa, e verso est in direzione del Krn (Monte Nero) e di altre cime della Slovenia. Le Alpi Giulie compaiono all’improvviso, verso nord, quando si raggiunge la cima. Al ritorno si scende direttamente a sud fino a ritrovare il sentiero di andata, che riporta al rifugio Pelizzo (0.40 ore).