All’alba del 7 gennaio, Andrea Lanfri ha raggiunto una vetta di straordinario fascino. Il Chimborazo, il vulcano di 6268 metri che è anche la montagna più alta dell’Ecuador.
Partito dall’Italia il 2 gennaio, l’alpinista e atleta paralimpico toscano ha raggiunto in volo il Paese andino, poi è salito a piedi al rifugio Chimborazo e ai 5300 metri del campo alto. Per acclimatarsi, ha ripetuto la seconda tappa della salita per due volte. Poi è partito per la cima.
Andrea Lanfri, nato nel 1986 a Lucca, vive una vita come tante fino al gennaio del 2015. Poi una meningite da meningococco C, un’infezione diffusa del sangue con la necrosi dei tessuti, lo blocca all’improvviso. E’ uno dei primi casi di un’epidemia che si diffonde rapidamente in Toscana tra i non vaccinati.
Andrea si sente male dopo una cena in pizzeria con gli amici, resta un mese in coma, subisce l’amputazione delle gambe (sotto al ginocchio) e di sette dita delle mani. Anche il viso, come quello della campionessa paralimpica Bebe Vio, è visibilmente segnato.
Ma Andrea Lanfri non si arrende. Si dedica all’atletica paralimpica, fino a vincere la medaglia d’argento nella staffetta 4×100 ai Mondiali di Londra 2017. Torna ad arrampicare, in Toscana e poi sulle Dolomiti.
Nel 2018 sale dalla valle di Gressoney fino ai 4554 metri della Punta Gnifetti del Monte Rosa, ed è la prima impresa che fa parlare di lui. Poi il Chimborazo, la sua prima sfida ad alta quota. “Voglio dimostrare una volta per tutte alla meningite che posso spingermi sempre più in alto” scrive sulla sua pagina Facebook.
Una parte della vita di Andrea, insieme a Bebe Vio, è dedicata a ricordare l’importanza dei vaccini. “Noi, soffrendo, ce l’abbiamo fatta a ripartire. Ma siamo una fortunata eccezione” racconta.
Intanto, dopo il ritorno dall’Ecuador, c’è il grande sogno dell’Everest, gli 8848 metri della cima più alta della Terra. “Un cinese amputato ai piedi è riuscito nell’impresa, io sarei il primo con quattro amputazioni a farcela”.
L’idea di Andrea Lanfri è di partire a fine inverno, e di tentare di salire alla cima nel mese di maggio. Ma l’Everest, oltre a essere alto, è molto caro. Chi vuole può aiutare il sogno di Andrea con una donazione al crowdfunding pubblicato sul portale Oso/Fondazione Vodafone, https://progetti.ognisportoltre.it/projects/353-everest-2019