Cartore, minuscolo borgo del Lazio, è il punto di partenza dei classici sentieri che conducono verso il Lago della Duchessa, la Val di Teve e il Muro Lungo. Dico e scrivo da tempo che le strade aperte al traffico che conducono all’inizio dei sentieri, anche se all’interno di Parchi e Riserve, non devono esporre chi le frequenta al rischio di danneggiare seriamente l’auto, e meritano di essere sistemate.
L’elenco potrebbe essere lunghissimo. Cito almeno le strade del Piano di Pezza e della Miniera di Valle Leona al Velino, del Piano di Camposecco nei Simbruini, del Guado Sant’Antonio sulla Majella, del Piano del Laghetto e della Valle del Chiarino al Gran Sasso, delle sorgenti del Tasso nel PNALM.
Torniamo a Cartore. L’intervento, finanziato dalla Regione Lazio e realizzato dal Comune di Borgorose e dalla Riserva Naturale Regionale Montagne della Duchessa mi sembra ben fatto, l’impatto ambientale della pavimentazione è limitato, i dossi artificiali e il limite di 30 km all’ora sono sacrosanti. Tutto bene dunque? E’ un intervento che può diventare un esempio? No, e il problema sono i cartelli. In circa 4 km di tracciato, ce ne sono una ventina. Il limite di velocità viene ripetuto molte volte, e ogni dosso artificiale è segnalato da un altro cartello. L’impatto ambientale del tutto, in questo modo, aumenta molto.
Il vero orrore, però, è all’inizio, dove per sistemare il divieto di velocità, un autovelox e un cartello che indica l’importo dei lavori è stata costruita una “torre” metallica alta più di 5 metri. Un piccolo ecomostro, in uno dei luoghi più belli del Lazio, che trasforma un intervento tutto sommato ben fatto in un danno all’ambiente. Per sostituire la torre ed eliminare gli altri cartelli inutili ci vuole poco. Che ne dicono il sindaco e il direttore della Riserva? E la Regione Lazio?