Uno dei sentieri più famosi del Parco del Gran Paradiso sale dalla Valsavarenche al rifugio Vittorio Emanuele II, accanto al Laghetto di Moncorvé e di fronte a un magnifico panorama. Sostituito dal rifugio Chabod come base per salire ai 4061 metri della vetta, è una meta apprezzata dagli escursionisti.

Dislivello: 780 m
Tempo: 3.45 ore a/r
Difficoltà: E

Da Dégioz, capoluogo della Valsavarenche, si segue la strada di fondovalle fino ai grandi posteggi di Pont (1958 m), dove il tracciato finisce.
A piedi si traversa il ponte che scavalca il torrente Savara, e si segue in piano la destra orografica fino a dei grandi massi, a un pianoro erboso e al rifugio Tétras Lyre (2000 m, 0.15 ore), ricavato in una vecchia baita.
Più avanti si entra nel bosco, e si inizia a salire a larghi tornanti nel bosco di abeti e larici, sul lastricato restaurato della strada di caccia reale. Una volta usciti dal bosco (2200 m circa) si superano delle svolte più ripide, tra pascoli e rocce. Dove il terreno rimpiana, tra i pascoli, spiccano i resti delle baite di Chanté (2325 m, 0.45 ore), in vista del Ciarforon e della Becca di Monciair.
Il sentiero riprende a salire a larghi tornanti su pendii erbosi e sassosi, poi si sposta verso est (destra salendo) costeggiando una parete rocciosa. Si traversa un ruscello, si supera una gradinata, poi si lascia a sinistra un sentiero (in per il rifugio Chabod e si sale al nuovo rifugio Vittorio Emanuele II (2732 m, 1.15 ore), dalla caratteristica forma a semibotte. Qualche metro più in alto sorge il vecchio rifugio, di fronte alla costruzione è il Laghetto di Moncorvè. Nella zona si osservano facilmente gli stambecchi.
Si può proseguire sulla morena del ghiacciaio di Moncorvé, in piano e poi con una ripida salita, in cerca di panorami e solitudine. In discesa, per l’itinerario di salita, occorrono 1.30 ore fino a Pont.

 

Stefano Ardito, Cesare Re, I 50 sentieri più belli della Valle d’Aosta, 2017