Il Pizzo d’Intermèsoli, la vetta più alta del Gran Sasso fuori dal massiccio dei due Corni, si lascia ammirare da tutti i versanti, e domina la profonda Val Maone con i pilastri di calcare compatto della parete Est, su cui sono state tracciate molte vie di arrampicata impegnative.

La via normale di questa imponente montagna utilizza invece un pendio faticoso e monotono di sassi, erba e terra, dove occorre fare la massima attenzione a non far cadere delle pietre. Non ci sono vere difficoltà, e solo in pochi passaggi è necessario aiutarsi con le mani. Oltre alla quota e all’isolamento della cima, rendono consigliabile questa faticosa escursione l’ambiente solitario, i branchi di camosci che si lasciano vedere intorno alla cima e i vasti panorami.

Dislivello: 990 m
Tempo: 6 ore a/r
Difficoltà: EE

Periodo consigliato: da fine giugno a ottobre

L’albergo di Campo Imperatore (2130 m) si raggiunge in funivia da Fonte Cerreto, o in auto da Fonte Cerreto, Santo Stefano di Sessanio, Castel del Monte e Rigopiano. Tra l’arrivo della funivia e l’Osservatorio si imbocca un evidente sentiero (segnavia 111) che scende per qualche metro, e poi traversa i ripidi pendii del Monte Portella. Se nei canali c’è neve occorre la massima attenzione. Una salita porta al Passo della Portella (2260 m, 0.45 ore).
Si continua sulla cresta verso il Pizzo Cefalone. A un bivio (2326 m) si piega a destra, e si scende (segnavia 149) per un pendio ghiaioso spesso innevato (attenzione!). Si passa ai piedi della parete Est del Cefalone, poi si riprende a salire verso la Sella del Cefalone (2320 m).
Si va a destra (nord) sulla cresta, si supera un cocuzzolo, poi si può restare sul crinale, con un breve passaggio aereo, o traversare a sinistra su un pendio di erba e terra. Una discesa porta alla Sella dei Grilli (2220 m, 1.15 ore).
Ora il sentiero sale verso il Pizzo d’Intermèsoli, per prati e poi per ghiaie via via più ripide. Dove la traccia si divide, occorre scegliere i passaggi meno franosi. Dopo un passaggio che richiede l’uso delle mani, si continua per ripidissime ghiaie fino a una fascia rocciosa incisa da un canale. Si sale con facilissima arrampicata sulla destra, poi un sentiero supera seconda barriera rocciosa. Subito dopo si raggiunge la cima (2635 m), meraviglioso belvedere, oltre la quale compaiono spesso i camosci.
Si scende per la via di salita alla Sella dei Grilli (0.45 ore). Qui si piega a sinistra, sullo storico sentiero (segnavia 101) che scende in Val Maone. A una biforcazione conviene tenersi sul tracciato di sinistra. Si ritrova il percorso segnato, lo si segue verso destra, e si scende alle Capanne in Val Maone (1957 m, 1 ora), costruzioni in pietra a secco affacciate su una conca erbosa.
Si riprende a salire sul sentiero di fondovalle (segnavia 102 e Sentiero Italia) che scavalca dei lastroni, lascia a sinistra un tracciato per il rifugio Garibaldi e torna a destra fino al Passo della Portella (0.45 ore). Sul sentiero di andata si torna all’Albergo (0.30 ore).

Stefano Ardito, Vette dell’Appennino centrale, Idea Montagna 2019
Stefano Ardito, Sentieri del Parco Gran Sasso-Laga, Iter 2020