Dal naufragio del Titanic, il 15 aprile del 1912, si sono salvate 706 persone. Altre 1503 sono morte, e tra loro il capitano Edward Smith. A decidere il destino di ognuno non è stato il caso.
Sulla nave, tra equipaggio e passeggeri, c’erano 2209 persone, ma le scialuppe di salvataggio avevano solo 1178 posti. Non era previsto che il personale di macchina si salvasse (e infatti morirono tutti).
Insieme al biglietto, avevano acquistato il diritto di salvarsi i passeggeri di prima classe, e una parte di quelli di seconda. In terza classe si salvarono solo un po’ di donne e bambini.
Nella scelta di chi poteva vivere e chi no pesarono il sesso, l’età, l’essere al posto giusto nel momento giusto. A peggiorare il bilancio furono delle decisioni sbagliate, soprattutto degli ufficiali che fecero calare in acqua molte scialuppe che non erano ancora piene. Dei 1178 posti sulle scialuppe, ne furono utilizzati 705.
Rileggere la storia del Titanic aiuta a comprendere quello che sta accadendo oggi in Italia di fronte al Covid e ai vaccini. Non sono sufficienti per tutti, e non lo saranno ancora a lungo.
Nel decidere a chi dare la precedenza si sono usati criteri indiscutibili (gli ottantenni, i residenti delle RSA, i medici) e altri che lo sono di meno. Ma la decisione di dare la precedenza a insegnanti e carabinieri giovani è stata presa pubblicamente, e va accettata.
Sono inaccettabili, invece, le furbizie, i sorpassi, gli sgambetti da parte di singoli e di categorie organizzate. Nel marasma delle singole Regioni hanno chiesto (e a volte ottenuto) la precedenza avvocati, giornalisti, notai, impiegati delle pompe funebri. Nell’Italia delle corporazioni, come tante volte nella storia, molti cercano di fregare la fialetta al vicino.
Poi ci sono i sorpassi individuali, e i comportamenti inutilmente sgradevoli, che danno altrettanto fastidio. Il satrapo della Campania, otto anni meno del Presidente Mattarella, vaccinato mesi prima di lui. Il politico dei Cinque Stelle piombato in ospedale urlando “lei non sa chi sono io!”
Il giornalista rockettaro che in tv approva urlando ogni chiusura a danno dei cittadini normali, e poi, hop!, salta misteriosamente la fila. La virologa perennemente in tv che alla domanda “lei si è vaccinata?” risponde “certo!” e regala un meraviglioso sorriso ai poveracci al di là dello schermo.
Non so se i dati penosi nelle vaccinazioni degli anziani, anche in Regioni civili e organizzate come la Toscana, siano frutto di problemi oggettivi, di errori o di pasticci dei burocrati.
Ma ho scritto abbastanza della Prima Guerra Mondiale per sapere che, con i signori di Aria che non hanno avvisato i cittadini di Como e Cremona si dovrebbe usare il metodo che il generale Cadorna usava con i vigliacchi (veri, e più spesso presunti) sul Carso. Uno su dieci viene estratto dalla fila, gli si recita davanti “in nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo”. E poi bum, risparmiando una preziosissima dose, anzi due.