Molti italiani, concentrati sulla Pasqua, le vaccinazioni, la crisi economica e i lockdown, non se ne sono proprio accorti. Ma sabato pomeriggio, sulla A25 Roma-Pescara, si è rischiato un incidente catastrofico per la natura dell’Appennino e di tutta Italia.
A causa delle reti di protezione difettose, un classico della cosiddetta “Strada dei Parchi”, l’orsa Amarena, star dell’estate 2020 insieme ai suoi quattro cuccioli, ha attraversato la A25 nei pressi del viadotto di Carrito, a est del casello di Pescina, tra il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise e le pendici del Sirente..
L’orsa e i piccoli, usciti da poco dal letargo, erano nel loro territorio, che comprende Villalago, la Montagna Grande e i borghi di San Sebastiano e Bisegna. La notizia del loro avvistamento sulla A25 è stata data dal “Messaggero”, dal “Centro” e da vari media locali.
A scongiurare la catastrofe ha contribuito il traffico ridotto dal quasi-lockdown di Pasqua. Dure proteste, nelle ore successive, sono arrivate dal WWF, da Salviamo l’orso e da altre associazioni ambientaliste. Le condivido al cento per cento, ma non basta.
Nell’estate del 2020, al termine del primo lockdown e dei suoi mesi di angoscia, migliaia di italiani hanno scoperto la natura e i sentieri. Tra i simboli di questo nuovo rapporto sono state le passeggiate di Amarena e dei suoi quattro cuccioli (un record per l’orso marsicano) in cerca di bacche e di frutti.
Qualche purista si è indignato, e in un orso l’abitudine ad avvicinarsi agli umani e alle case non è certamente positiva. Ma quelle immagini di animali in buona salute, fotografati da professionisti e curiosi e tenuti d’occhio da carabinieri forestali e guardiaparco, hanno fatto bene al cuore. E sono state uno spot gigantesco per l’Abruzzo e per l’intero Appennino.
La A24/A25, la cosiddetta “Strada dei Parchi”, non è nuova purtroppo a intrusioni di questo tipo, spesso finite in tragedia. Nel maggio del 2013, nei pressi del casello di Tornimparte, un’auto ha ucciso un orso maschio di circa tre anni, che aveva a lungo vissuto nella vicina Riserva delle Montagne della Duchessa.
Nella notte tra il 22 e il 23 luglio 2018, a poca distanza da lì, un’auto si è schiantata contro un cervo del peso di due quintali. L’animale, ucciso sul colpo, è volato sulla carreggiata opposta, dov’è stato investito da un’altra auto. Non ci sono stati danni alle persone, ma per far uscire conducenti e passeggeri c’è stato bisogno dei Vigili del Fuoco.
La A24 Roma-L’Aquila-Teramo, come la A25 Torano-Pescara, è gestita dalla società Strada dei Parchi. Un nome corretto dal punto di vista geografico, perché i due tracciati toccano i Parchi nazionali della Majella, del Gran Sasso e Monti della Laga e d’Abruzzo, Lazio e Molise, e il Parco regionale abruzzese Sirente-Velino.
Da molti anni, però, le reti che dovrebbero impedire l’accesso alle carreggiate da parte degli animali selvatici e non sono in cattive condizioni, e questo crea pericoli seri alla fauna e agli automobilisti.
Negli ultimi mesi, la A24 e la A25 hanno investito lavoro e risorse nella manutenzione dei viadotti, ma evidentemente non in quella delle reti. Nello stesso periodo il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise, Salviamo l’orso e alcuni privati sono intervenuti più volte per eliminare i manufatti pericolosi per gli animali, a iniziare dalla vasca-killer di Villavallelonga.
Non so bene cosa il Ministero della Transizione Ecologica, nato nello scorso febbraio e affidato a Roberto Cingolani, stia facendo di nuovo e diverso per le aree protette italiane rispetto a ciò che faceva il vecchio Ministero per l’Ambiente.
So bene, e più volte ne ho scritto, che le Regioni e altri enti locali del cosiddetto Belpaese stanno chiedendo di usare una parte importante dei 191,5 miliardi di euro del Recovery Plan e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per strade, tunnel, impianti di risalita e altri interventi tutt’altro che innovativi, e spesso con un impatto ambientale pesante.
Segnalo alla Regione Abruzzo, al Ministro Cingolani e agli altri enti interessati che un intervento urgentissimo sulle recinzioni della A24 e della A25 avrebbe un costo limitato, porterebbe sicurezza agli animali e all’uomo, darebbe all’Italia un’immagine di paese serio e coerente.
Se Amarena, o un’altra orsa accompagnata dai suoi cuccioli, fosse macellata da un’auto o da un TIR, il colpo per l’immagine dei Parchi italiani sarebbe ancora più grave di quello alla consistenza di una specie che tutta l’Europa ci invidia. Intanto, per favore, se la “Strada dei Parchi” non può intervenire per salvare la vita agli orsi, che almeno cambi nome.