La Val Roveto, che collega la Marsica al Lazio, offre delle escursioni suggestive e in ambiente selvaggio. Una delle più belle tocca via via i monti Brecciaro, Cappello (nella foto) e Ginepro, traversando boschi e conche carsiche di grande suggestione. La segnaletica imperfetta aggiunge fascino alla gita, in autunno l’abbondanza di cacciatori può consigliare di scegliere una meta diversa.

Dislivello 1100 metri
Tempo: 5.30 ore a/r
Difficoltà: E/EE

Periodo: da giugno a ottobre

Dalla statale della Val Roveto si sale a Rendinara (875 m), si traversa in auto il paese (attenzione a un passaggio molto stretto), si supera una chiesetta e si posteggia alla fine dell’asfalto (923 m).
A piedi si segue la strada sterrata, indicata da segnavia bianco-rossi senza numero, che entra in discesa nel Vallone del Rio e poi risale a un edificio dell’acquedotto (987 m) di fronte al quale un ometto indica l’inizio del sentiero di discesa.
Si continua tra i boschi, superando qualche tornante, in vista delle rocce e dei ripidi boschi del Monte Ginepro. Lasciata a destra la Fonte del Pisciarello, una rampa porta al rifugio Fracassi (1321 m), di fronte al quale un cartello indica a destra il sentiero. Il percorso giusto inizia un centinaio di metri prima del rifugio (1310 m, 1 ora), tra due ometti.
Si segue un sentiero che traversa il fondovalle, sale in un prato ed entra nella faggeta. Si sale direttamente (segnavia bianco-rossi e giallo-rossi, ometti), si passa ai piedi di alcuni torrioni rocciosi, si segue una rampa verso destra e ci si affaccia sulla prima dolina delle Fosse Fracasse, rivestita dal bosco. Una rampa porta alla seconda dolina (1650 m, 1 ora), dominata da una parete di roccia.
Si traversa la dolina, si sale per un sentierino e si raggiunge un ghiaione. Ci si alza a destra tra gli ultimi faggi, poi si traversa il ghiaione per un sentiero comodo. Delle svolte portano ad affacciarsi (1841 m) sui pendii erbosi del versante laziale. Verso sinistra si sale al Monte Brecciaro (1895 m, 0.45 ore), magnifico belvedere.
Si torna alla sella 1841 m, e si prosegue sulla spettacolare cresta che sale verso le rocce del Monte Cappello. In alto i segnavia si spostano a sinistra, poi tornano alla cresta e alla vetta (1981 m). Si continua per la cresta, si superano dei cocuzzoli rocciosi e si raggiunge il Monte Ginepro (2004 m, 0.45 ore).
in discesa si prosegue sulla larga cresta, scendendo alla croce del Monte Lota (1880 m). Si continua per un sentierino che si abbassa in diagonale sui prati, entra nel bosco e traversa un tratto con fitta vegetazione e massi instabili, dove occorre fare attenzione all’orientamento.
Più in basso il sentiero ridiventa evidente, e scende a tornanti nel bosco, aggirando delle rocce. Al termine della faggeta si traversano delle radure dove il sentiero a tratti si perde. Da un bivio sul dosso di Colle Camillo (1026 m) si scende a destra fino alla strada dell’andata, che riporta al posteggio (2 ore).

Stefano Ardito Vette e sentieri dell’Appennino Centrale (Idea Montagna, 2019)