La città di Matera e i suoi Sassi, i quartieri in parte scavati nella roccia che scendono verso il canyon della Gravina, sono stati percepiti in modo diverso nei secoli. A renderli celebri, negli ultimi decenni, sono stati film come Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini (1964) e La Passione di Cristo di Mel Gibson (2004).

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel suo Cristo si è fermato a Eboli, lo scrittore (ed ex-confinato) Carlo Levi ha descritto i Sassi come un luogo di miseria e di degrado. Negli anni Cinquanta parte della popolazione è stata trasferita in quartieri moderni, il restauro della zona è iniziato dopo il terremoto del 1980.

Prima, e per millenni, la Gravina di Matera è stata un ambiente accogliente per l’uomo. Nelle sue grotte l’uomo si è insediato fin dalla Preistoria. Nell’alto Medioevo, negli stessi luoghi, sono sorti decine di eremi e chiese rupestri.

Qui, religiosi immigrati dalla Cappadocia e dall’Armenia hanno incontrato eremiti legati alla Chiesa di Roma. Testimoniano della loro presenza gli ipogei di Santa Maria della Valle e del Peccato Originale, e le chiese rupestri di San Gregorio, Santa Barbara e San Luca.

L’altopiano della Murgia, sulla sponda opposta della Gravina, custodisce monumenti rupestri come l’ipogeo di San Falcione, le chiese della Madonna delle Croci e della Madonna delle Tre Porte e il villaggio preistorico della Murgia Timone. La zona è tutelata dal Parco della Murgia Materana. Il sentiero che scende da Porta Pistola, traversa la Gravina e risale permette di apprezzare il rapporto tra la città e i suoi immediati dintorni.

L’ITINERARIO

  • Dislivello: 380 metri
  • Tempo: 4.45 ore a/r
  • Difficoltà: T
  • Quando andare: tutto l’anno, non nelle giornate più calde

Dalla Piazza San Francesco di Matera (387 m) si traversa la Piazza del Sedile, e si continua per Via del Duomo fino alla omonima chiesa romanico-gotica (394 m), cuore del centro storico.

Dopo averla visitata si scende a destra (sud) tra i vicoli del Sasso Caveoso, toccando il Palazzo Pomarici e il Museo della Scultura di Matera. Continuando a scendere si raggiungono la piazza e la chiesa di San Pietro Caveoso. Alle sue spalle sono due capolavori rupestri come le chiese di Santa Maria de Idris e di Santa Lucia alle Malve.

Tornati a San Pietro Caveoso si segue verso nord Via Madonna delle Virtù, balcone sulla Gravina di Matera. Prima di un posteggio (352 m, 1 ora) di fronte a Porta Pistola, si imbocca un viottolo che scende obliquamente fino a un ponte (275 m) sul fondo della Gravina.

Lo si attraversa, si va a destra, poi si sale con lunghe diagonali, con pendenze abbastanza comode, fino ad affacciarsi (391 m, 0.30 ore) sull’altopiano della Murgia Timone. Continuando in piano si raggiunge l’ipogeo di San Falcione, con tracce di affreschi, usato in epoche recenti come stalla.

Si esce su una strada aperta alle auto, che proviene dalla Via Appia e dal centro visite di Jazzo Gattini. La si segue a destra per circa 500 metri, e si raggiunge un piazzale con eliporto (404 m). Seguendo i cartelli si piega a sinistra, per un sentiero che scende in un vallone secondario, lo traversa e raggiunge la chiesa rupestre della Madonna delle Croci (334 m, 1 ora), affacciata sulla Gravina e Matera. Al suo interno, oltre a centinaia di piccole croci incise da fedeli, sono gli splendidi affreschi dell’abside.

Si torna per la stessa via al posteggio, si va a sinistra per pochi metri e si raggiunge la chiesa della Madonna delle Tre Porte, decorata da altri affreschi bizantini. Un viottolo consente di continuare sull’orlo del canyon toccando lo Jazzo della Lupa (una cisterna scavata nella roccia). Ritrovato il sentiero dell’andata (0.45 ore), si scende al fondo del canyon e si risale a Porta Pistola.

Si continua a destra su Via Madonna delle Virtù fino alla chiesa di Santa Lucia alla Civita e poi a San Nicola dei Greci. Si continua per Via Sant’Antonio Abate e poi per Via dei Fiorentini, si sale a sinistra alla Torre Metellana e al Duomo e si torna al punto di partenza (1.30 ore). 

Stefano Ardito Cammini e sentieri nascosti d’Italia, Newton Compton, 2017