Il massiccio del Monte Rosa, grazie alle vette del Breithorn, della Punta Gnifetti e del Castore, permette dall’Ottocento agli alpinisti di raggiungere e superare per la prima volta i 4000 metri.

Gli itinerari verso queste e altre cime, anche se privi di difficoltà vere e proprie, sono riservati a chi sa utilizzare la piccozza e i ramponi e conosce le tecniche di progressione in cordata. Gli inesperti possono raggiungerle affidandosi alla corda e alla professionalità di una guida alpina.

Un migliaio di metri più in basso, i rifugi da cui partono le cordate dirette alle cime sono invece accessibili anche agli escursionisti, purché in grado di affrontare un clima che può essere molto freddo anche in estate. Rientrano in questo elenco dei punti di appoggio ricchi di suggestione e di storia come la Capanna Gnifetti, sulla via per le cime più alte del Rosa, e il rifugio Quintino Sella, dal quale si sale verso il Castore e il Polluce. 

Il rifugio, inaugurato nel lontano 1885 e più volte ristrutturato (l’ultimo rifacimento completo è del 1982), sorge a 3585 metri di quota, su un ampio terrazzo detritico al margine del ghiacciaio di Fèlik. Di proprietà della sezione di Biella del CAI, ricorda l’imprenditore e statista Quintino Sella, che è stato anche il fondatore nel 1863 del Club Alpino Italiano.

Il rifugio ha 140 posti-letto ed è aperto ad aprile-maggio e dalla metà di giugno fino alla metà settembre. Serve come base per le salite al Castore ed al Lyskamm occidentale, ma è anche una classica meta di gite per i villeggianti di Gressoney e di Ayas.

Il vecchio rifugio in legno che serve come dépendance e locale invernale merita una visita come piccolo museo dedicato all’alpinismo d’altri tempi. Gli impianti che raggiungono il Colle della Bettaforca rendono breve e relativamente comodo l’accesso dal versante di Gressoney rispetto a quello che inizia dalla Valle d’Ayas.

Il sentiero che raggiunge il rifugio, facilitato da corde fisse e ponticelli (nella foto), non presenta vere e proprie difficoltà tranne che in presenza di neve o ghiaccio. Lungo la cresta rocciosa, sempre bene attrezzata, può essere utile autoassicurarsi con imbragatura, cordino e moschettone, mentre i bambini devono essere legati in cordata.

  • Dislivello: 900 metri
  • Tempo: 5.15 ore a/r
  • Difficoltà: EE
  • Quando andare: da luglio a settembre

Da Gressoney-la-Trinité si prosegue sulla strada di fondovalle fino in località Stafal (1825 m, 4 km dal capoluogo), dove sono un vasto posteggio e la base degli impianti di risalita. In cabinovia e poi in seggiovia si sale a un terrazzo poco a monte del Colle della Bettaforca (2680 m). Gli impianti di risalita della Val d’Ayas si fermano più in basso, e costringono a una camminata più lunga. Già dalla Bettaforca si apre un magnifico panorama sulle vette più elevate del Monte Rosa.

A piedi si segue il largo e comodo sentiero, indicato dai segnavia gialli numero 9, che sale obliquamente traversando il versante orientale della Punta Bettolina e raggiunge il Passo della Bettolina (2905 metri), dal quale ci si riaffaccia sul versante di Ayas. Da destra, arriva in cresta un sentiero (segnavia 1 e Alta Via numero Tre) che sale direttamente da Stafal. 

Il sentiero continua sul crinale roccioso, torna sul versante di Gressoney e porta al Passo superiore di Bettolina (3100 metri, 1.30 ore), dal quale un altro sentiero segnato (segnavia 8 e dell’Alta Via) scende sul versante di Ayas in direzione del Pian di Verra superiore. Poco più in alto (3139 metri) è una piccola costruzione. Si tratta del primo rifugio edificato nella zona, oggi adibito a deposito al servizio del rifugio attuale. Qui il percorso diventa più impegnativo.

Il sentiero torna sulla destra, e sale ripidamente a mezza costa, traversando una pietraia a tratti scomoda, e superando dei nevai che rimangono sul terreno fino a stagione avanzata. Si supera un alto gradino morenico, poi si prosegue su un largo e comodo crinale ghiaioso, innevato per buona parte dell’estate, fino a raggiungere (3490 m, 1.15 ore) l’inizio di una cresta rocciosa spettacolare e aerea.

La si supera con un percorso abbastanza aereo, attrezzato con corde fisse, prima in discesa e poi in salita. Il passaggio più esposto è nel punto più basso, oltre il quale si sale per roccette attrezzate con corde metalliche e gradini. Si esce su un’ampia spianata detritica, si tocca una scultura moderna e si raggiunge il rifugio Quintino Sella (3585 m, 0.30 ore), al margine dei dolci pendii del Ghiacciaio di Fèlik.

Fanno da sfondo al rifugio il Naso e le vette del Lyskamm, e le cime più elevate del Monte Rosa. In discesa occorrono 2.15 ore fino all’arrivo della seggiovia.