L’aspra cresta rocciosa che separa la Valle di Gressoney dalla verde Val Vogna e dal solco della Valsesia è ben diversa dai classici ambienti glaciali del Monte Rosa. Il Colle di Valdobbia, utilizzato per millenni dai montanari che si spostavano dall’una all’altra valle, ha visto nascere all’inizio dell’Ottocento uno dei primi rifugi di montagna delle Alpi, che oggi è dedicato al canonico Nicolao Sottile che lo ha ideato.
L’edificio, di proprietà del Comune di Riva Valdobbia, sorge su un’aspra sella rocciosa dalla quale non si vedono ghiacciaio, comprende una cappella dove si è raccolta in preghiera anche la regina Margherita, ed è stato ristrutturato nel 2001. L’accoglienza del gestore e dei suoi collaboratori è cordiale e montanara, ben intonata alla lunghezza dei percorsi che salgono ai 2480 metri del valico da Gressoney e dalla Val Vogna. Il bosco della parte iniziale è magnifico, in alto si avvistano spesso camosci e stambecchi. La traversata verso la Val Vogna e Riva Valdobbia è magnifica, ma è complicata dalla lunga distanza stradale tra i punti di partenza e di arrivo.
- Dislivello 1100 m
- Tempo: 5.30 ore a/r
- Difficoltà: E
- Quando andare: da giugno a ottobre
Dal centro di Gressoney St.-Jean (1385 m), si segue per circa 1 km la statale verso valle. L’abitato di Valdobbia è praticamente saldato al capoluogo, e non segnalato da cartelli: il sentiero inizia di fronte all’Hotel Rododendro (1327 m). A piedi si traversa l’abitato, e si inizia a salire a ripide svolte, sul sentiero, ottimamente tracciato e indicato dai segnavia gialli 11 e da quelli bianco-rossi del Walserweg, che guadagna quota nel bosco che riveste il ripido risalto che sbarra l’accesso al Vallone di Valdobbia.
A un bivio si lasciano a destra i segnavia 11B per Pozie e Hobearg, e si continua a salire con percorso abbastanza faticoso, aggirando senza difficoltà un aereo sperone dove il tracciato è protetto da una ringhiera. Da un terrazzo di pascoli, ottimo belvedere su Gressoney St.-Jean, si arriva quasi in piano all’Alpe Cialfrezzo di sotto (1900 m, 1.30 ore), affiancata da un crocifisso, all’imbocco del vallone vero e proprio. In alto, sul valico, appare l’Ospizio Sottile.
Il sentiero continua per il vallone, qui non ripido, traversa il torrente, e conduce in breve all’alpeggio di Cialfrezzo di sopra (2032 m, 0.30 ore), a monte del quale sono due muraglioni a secco con funzione di paravalanghe. Accanto alla baita è una sorgente. Si sale un breve gradino, si traversa un ultimo pianoro dove sono i resti di alcune baite, poi si affronta la salita della parte più faticosa del vallone.
Una lunga serie di svolte svolte tra pascoli e pendii ghiaiosi porta, con salita piuttosto monotona, al Colle di Valdobbia e all’Ospizio Sottile (2480 m, 1.15 ore), dove ci si affaccia sulla Val Vogna. La discesa per lo stesso itinerario richiede 2.15 ore fino al paese.
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