Il borgo medievale di Sarteano, tra i boschi del Monte Cetona e la pianeggiante Val di Chiana, è il punto di partenza di itinerari interessanti a piedi o in bici. Uno dei più suggestivi tocca le grotte delle Celle di San Francesco, e prosegue fino alla Riserva naturale di Pietraporciana, istituita nel 1996 su una superficie di 341 ettari.

La zona, sul crinale che separa la Val d’Orcia dalla Chiana, offre uno spettacolare panorama sul Monte Amiata. A nord del Poggio di Pietraporciana, e delle sue rocce che hanno ospitato degli eremi, si estende una fresca faggeta “depressa”, che cresce cioè a quote più basse del normale.

Tra la primavera e l’estate del 1944, dopo la liberazione di Roma, la zona vide duri combattimenti tra le truppe tedesche in ritirata da un lato, e i partigiani della formazione Mencattelli e il secondo battaglione delle Coldstream Guards britanniche dall’altro.

A mettere a disposizione dei partigiani il casale di Pietraporciana erano stati il marchese Antonio Origo, proprietario della tenuta della Foce, e sua moglie Iris, poi autrice del bestseller Guerra in Val d’Orcia. Oggi il casale è adibito a rifugio e centro di educazione ambientale, e una lapide ricorda i caduti inglesi e italiani di quei giorni. 

  • Dislivello: da 170 a 380 metri
  • Tempo: da 3.30 a 5.15 ore a/r
  • Difficoltà: E
  • Quando andare: tutto l’anno

Il percorso inizia dal centro di Sarteano (529 m). Si segue in auto Via di Fuori, poi si gira a sinistra in Via dei Cappuccini, indicata da cartelli per le Celle di San Francesco. La strada sale oltrepassando vari bivii, tocca un poggiolo (616 metri) dove finisce l’asfalto, e continua, sterrata ma ben percorribile, salendo a mezza costa nel bosco.

Superato un cancello sulla sinistra si raggiunge un bivio (718 m) con cartelli dei sentieri della zona, in una zona di tagli boschivi. Fin qui si può anche arrivare a piedi, dal centro storico occorre 1 ora.

Si continua sul viottolo di sinistra, indicato da segnavia bianco-rossi, che sale nel bosco fino a un bivio dove un cartello indica le Celle di San Francesco (769 m). Qui si piega a destra, e si raggiunge in breve un caratteristico anfiteatro roccioso. Le cavità sulla parete sinistra sono difficili da raggiungere, a destra un breve tunnel porta a un piccolo e suggestivo eremo su una parete rocciosa.

Si torna alla freccia, e si riprende a salire sul viottolo principale, che supera un tratto ripido e continua con minore pendenza. I segnavia sono pochi ma sufficienti, e aiutano nei rari punti dubbi. Si segue un largo crinale boscoso, e si lascia a sinistra un pianoro.

Dove il crinale finisce il sentiero scende a destra, risale e raggiunge una carrareccia dove la segnaletica migliora. Si continua a saliscendi, si aggira a destra una collinetta boscosa, poi si scende fino a raggiungere (802 m, 0.45 ore) la strada sterrata che unisce Castiglioncello del Trinoro, e la strada che la collega a Sarteano, con la Riserva di Pietraporciana e La Foce.

Si piega a destra sulla strada, si scende in una conca erbosa, poi si continua nel bosco, a mezza costa e con qualche saliscendi, entrando nel Demanio forestale della Foce e raggiungendo l’area da pic nic delle Crocette (793 m). Si continua sulla strada di destra, chiusa da una sbarra e indicata da cartelli della Riserva. 

Il tracciato sale in una zona di tagli boschivi, piega a sinistra e raggiunge un quadrivio con cartelli. Lasciata a destra la Faggeta, si sale fino ai prati del Poggio di Pietraporciana (847 m), belvedere sul Monte Amiata e la Val d’Orcia. Una breve discesa, accanto a una staccionata, porta alla Grotta (o Tana) del Bruco (nella foto), scavata nella roccia calcarea e occupata in passato da un eremita.

Un sentiero in discesa porta a una strada sterrata e al Podere di Pietraporciana (794 m, 1 ora), cuore della Riserva naturale. La struttura comprende un bar-ristorante, una lapide ricorda i partigiani locali e i militari britannici caduti nei combattimenti del giugno 1944.

Si riparte per un viottolo che inizia accanto a una tabella dedicata ai partigiani, seguendo le indicazioni per la Faggeta. Si supera un crinale, si continua a mezza costa nel bosco, si passa ai piedi di una parete calcarea, poi una salita riporta all’ultimo quadrivio dell’andata. Sul percorso già seguito si torna alle Crocette, al bivio 802 metri e al posteggio ai piedi delle Celle di San Francesco (1.45 ore). Per tornare a piedi a Sarteano occorrono 0.45 ore in più.