Tra Cortina d’Ampezzo e Marebbe, sul confine tra l’Ampezzano e l’Alto Adige, si estende una delle zone più originali e suggestive delle Dolomiti. Le pareti rocciose non scompaiono, come dimostra l’imponente Croda Rossa d’Ampezzo, ma passano in secondo piano rispetto agli altopiani di pascoli e ai boschi.

La zona, frequentata fin dai primordi del turismo alpino, conserva importanti testimonianze della Grande Guerra, ed è frequentata oggi in estate da escursionisti e appassionati della mountain-bike. D’inverno si sale spesso da Pederü ai rifugi altoatesini di Fodara Vedla e di Sennes, e dalla strada Cortina-Dobbiaco all’accogliente Malga Ra Stua, sul versante veneto, aperta per buona parte dell’inverno.   

Il percorso, che utilizza una stradina innevata, è quasi sempre battuto fino alla Malga, e la traccia quasi sempre prosegue verso le sorgenti del Boite e i due rifugi altoatesini. Chi vuole continuare, però, fa bene a informarsi prima di partire sule condizioni.

Le ciaspole sono sempre necessarie per salire da Malga Ra Stua ai 2020 metri di Forcella Lerosa, ai piedi della Croda de r’Ancona. Per proseguire verso i rifugi di Fodara Vedla e di Sennes, anche se la pista è battuta, occorre considerare la lunghezza dei percorsi. L’anello, da Malga Ra Stua, richiede almeno 4-5 ore.  

  • Dislivello: 380 m
  • Tempo: 2.45 ore a/r
  • Difficoltà: WT1 (escursione o ciaspolata facile)
  • Quando andare: da dicembre a marzo

Da Cortina si segue la strada statale per Dobbiaco, oltrepassando Fiames, fino al tornante di Sant’Uberto (1425 m), da cui si può salire a un vasto posteggio. Si può arrivare anche da Misurina o Dobbiaco.  

A piedi si segue l’evidentissima strada innevata, indicata da cartelli e segnavia, che sale a mezza costa nel bosco. Quando la Malga Ra Stua è aperta le ciaspole non sono quasi mai necessarie, se la neve è dura o ghiacciata servono i ramponcini. si affaccia sulla valle del Boite e le vette delle Lavinores, poi supera una nuova rampa e traversa una “tagliata” tra le rocce.

Si continua con un tratto più comodo, a mezza costa e con brevi saliscendi, lasciando a sinistra delle varianti che consentono di allontanarsi dalla strada in estate, e a destra un sentiero per le batterie austro-ungariche di Son Pouses. Più avanti ci si avvicina al fondovalle, si superano un ponte e dei tornanti e ci si affaccia su un antro dove il Boite forma una cascatella, spesso ghiacciata d’inverno. Subito dopo, oltre un piccolo forte austro-ungarico, si raggiunge Malga Ra Stua (1695 m, 1 ora), all’inizio di un meraviglioso pianoro sorvegliato dalla Croda Rossa d’Ampezzo e dalle Crepe di Socroda.

Oltre la Malga (cartelli) inizia verso destra la vecchia strada militare per Forcella Lerosa, che può essere seguita con le ciaspole. Se si continua sul fondovalle, dove spesso prosegue la pista battuta, si compiono dei modestissimi saliscendi, si traversano dei pianori, si rientra nel bosco, si lascia a sinistra la carrareccia innevata per Fodara Vedla e si raggiungono il pianoro e la baita del Cianpo de Cros (1765 m, 0.30 ore), il pianoro che ospita le sorgenti del Boite.

Qui la valle si stringe nella forra della Val Salata, percorsa dalla traccia per il rifugio Sennes, mentre a sinistra un’altra carrareccia sale verso Fodara Vedla. Il ritorno, per la stessa via, richiede 0.30 ore fino a Malga Ra Stua, e 0.45 ore da questa al posteggio.  

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