Le alture boscose che separano il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise dal Fucino sono quasi sconosciute agli escursionisti di oggi. E’ un peccato, perché, in questa zona, abbondano i siti archeologici in grado di emozionare chi li raggiunge a piedi, seguendo dei sentieri spesso poco o mal segnati.   

Rientra nell’elenco l’area archeologica di Amplero, un centro dei Marsi affacciato su un pianoro a est dell’odierna Collelongo, che è stato abitato anche negli anni del potere di Roma: Mentre la necropoli è sempre stata conosciuta dai locali, le mura, il santuario e la cisterna sul cocuzzolo boscoso della Giostra sono stati riportati alla luce qualche decennio fa dagli archeologi dell’Università di Pisa.

La camminata, possibile tutto l’anno, non pone problemi di orientamento. Sarebbe invece utile sistemare la strada di accesso, fino alla cappella di Sant’Antonio o fino al margine del pianoro, per dare all’escursione una durata minore. Il traffico in fuoristrada sul pianoro, invece, andrebbe drasticamente ridotto.

  • Dislivello: da 230 a 330 metri
  • Tempo: da  2 a 3 ore a/r
  • Difficoltà: T
  • Periodo consigliato: tutto l’anno, ottima la primavera  

Da Collelongo si segue la strada per Villavallelonga fino al bivio per il cimitero (891 m). Qui si va a sinistra per una strada sterrata, che costeggia una recinzione, tocca un’azienda agricola e raggiunge la cappella di Sant’Antonio (939 m, 1 km dall’asfalto) su una sella da cui appare la conca di Amplero.

Si continua a piedi sulla strada che scende, ci si tiene a destra a un bivio, e ci si abbassa ancora a mezza costa fino a un bivio dove si va ancora a destra e a uno slargo panoramico (840 m, 0.30 ore a piedi, fin qui si può arrivare con auto robuste) affacciato sul pianoro.

Si scende sul prato, lo si traversa per evidenti tracce di passaggio, si tocca un albero isolato e si lascia a destra il rifugio delle Mandrelle. Poco più avanti la strada sterrata riprende, e inizia a salire in un ampio vallone chiuso a destra dal Monte Pietrascritta. Senza possibilità di errore si sale tra querce e radure, si traversa un prato e si raggiungono un segnavia bianco-azzurro e un cartello che indica la parte bassa della necropoli del Cantone.

Si continua sulla carrareccia, badando a individuare un piccolo ometto di pietre, a sinistra, da cui inizia il sentiero per la Giostra. Poco più avanti, ancora a destra, è la parte più interessante della Necropoli (960 m, 0.45 ore, cartelli e freccia rossa su un palo), con varie tombe a pozzetto e due indicate da stele di pietra. L’ultima a destra è la Tomba 14 da cui proviene un elegante letto funerario in osso oggi al Museo di Chieti.

Vale la pena proseguire fino a una sella (1000 m, 0.15 ore a/r) oltre la quale la carrareccia scende ripida in direzione del Fucino. Per salire alla Giostra conviene però tornare indietro fino all’ometto, piega a destra (scendendo) e raggiungere un valloncello percorso da una pista evidente. La si risale, seguendo anche dei segni bianco-azzurri.

Da uno slargo, una ripida salita a sinistra porta alle mura, agli edifici del santuario e alla cisterna in pietra de La Giostra (1030 m, 0.30 ore a/r dalla strada), riportati alla luce qualche decennio fa. La zona è di grande suggestione, e merita certamente una sosta. Per la stessa via si torna alla carrareccia (l’andata e ritorno verso La Giostra richiede 0.30 ore a/r), e la si segue tornando al pianoro di Amplero. Occorrono 0.45 ore da qui allo slargo 840 m, e altre 0.30 ore fino alla cappella di Sant’Antonio.