Molte volte, in passato, ho suggerito di non percorrere in autunno – il periodo dell’apertura della caccia – mulattiere e sentieri che attraversano zone frequentate da carabine e doppiette. In altri casi ho consigliato di evitare in ogni momento dell’anno dei percorsi frequentati e segnati, ma aperti anche a moto da cross, auto 4×4 e quad.

Per queste affermazioni, più volte, sono stato criticato da sindaci e assessori al turismo comunali o regionali. In qualche caso, anche il mio editore del momento si è mostrato perplesso (eufemismo…) e ha cercato di eliminare dal testo i miei “sconsigli”. Non ci è riuscito, e comunque non ho mai avuto dubbi. Nei miei lavori dedicati ai sentieri, il piacere e la sicurezza degli utenti sono sempre stati al primo posto.

Ripensavo a questi episodi qualche ora fa, scrivendo per “Montagna.tv” un pezzo che annuncia la manifestazione prevista sabato 25 maggio ad Assisi, quando i 1.200 rappresentanti riuniti nell’Assemblea dei Delegati del CAI manifesteranno a Piazza del Comune contro l’“emendamento Puletti”, che dallo scorso 1° gennaio ha aperto i sentieri dell’Umbria ai veicoli a motore. Con loro ovviamente, saranno molti soci delle sezioni locali.

Negli ultimi tempi, in Italia, la parola “libertà” sta assumendo dei significati inediti. Alcuni politici di maggioranza sottolineano che chi vuole dev’essere libero di fare il saluto romano per strada, rivendicando così il suo legame con il regime fascista e i suoi orrori, a iniziare dalla guerra al fianco di Adolf Hitler. Altre libertà, a iniziare dall’aborto, sono diventate un po’ meno libere di prima.

Manuela Puletti, consigliere della Lega alla Regione Umbria e firmataria dell’emendamento di cui sopra, ha usato la parola “libertà” in modo ancora più creativo. “Le montagne e le colline umbre diventano libere di essere vissute” ha affermato dopo l’approvazione del provvedimento.

A beneficiare della nuova “libertà”, secondo lei, sono “mondi importanti e identitari della storia umbra come quello dei cacciatori, dei cercatori di funghi e dei motociclisti”. “La politica del ‘sì’ ha di nuovo vinto rispetto a quella dei ‘no’, che in nome di un ambientalismo strumentale crea in realtà distanza tra la natura e l’uomo” ha concluso.

Secondo i verbali dell’Assemblea Legislativa dell’Umbria, a dicembre la consigliera Puletti ha cantato vittoria per aver cancellato le “ingiuste sanzioni” contro motociclisti e cacciatori. Un termine un po’ troppo simile – secondo me, ovviamente! – alle “inique sanzioni” imposte all’Italia dopo l’invasione dell’Etiopia.  

Negli ultimi mesi ho frequentato poco l’Umbria, e non sono riuscito a partecipare alle manifestazioni di febbraio a Perugia e di aprile sul Monte Subasio (nella foto). Non ce la faccio nemmeno a essere ad Assisi il 25 maggio. Ho notato e apprezzato, però, l’impegno del CAI umbro contro una legge che rovina i sentieri, e che rischia di renderli pericolosi a causa dei possibili incontri con pallini o motociclisti troppo veloci.

L’emendamento Puletti è uno schiaffo all’impegno dei soci che lavorano gratis per realizzare e mantenere la segnaletica, facendo un regalo grande e prezioso (447 percorsi, 3.570 chilometri in tutto) agli escursionisti che arrivano da lontano, e alla stessa Regione Umbria.

Con un’ipocrisia tipica di tutta la politica italiana, l’emendamento prevede che possano restare chiusi ai motori i sentieri e i viottoli indicati da “appositi cartelli”, ma stanzia per realizzare questi ultimi una cifra molte volte inferiore (10.000 euro contro i 500.000 ipotizzati dal CAI) a quella realmente necessaria.  

Il 2 aprile, quando ho presentato il mio “Guerra in Appennino” al CAI di Terni, il presidente della Sezione ha giustamente ricordato a me e a tutti i presenti il problema. Il 25 maggio, con la manifestazione di Assisi, il Club Alpino e il presidente generale Montani fanno di una questione regionale un tema di riflessione nazionale e non solo.

In Umbria, oltre ai sentieri locali, passano cammini apprezzati e famosi come le vie di San Benedetto e San Francesco, il Cammino delle Terre Mutate, il Cammino dei Borghi Silenti e ovviamente il Sentiero Italia. Non so se, dopo l’approvazione dell’emendamento Puletti, le prenotazioni da parte degli escursionisti stranieri o in arrivo da altre regioni italiane si siano ridotte.

Non mi stupirebbe, perché trovarsi in mezzo a una sparatoria o rischiare di essere arrotato da un fuoristrada o da un quad, anche se nella “terra di San Francesco”, non fa piacere a nessuno. “In tutti i territori dove la promiscuità con i mezzi a motore è stata sperimentata, è stato riscontrato un drastico calo delle presenze turistiche dei camminatori” spiega un documento del CAI.

Sull’Appennino abbiamo già visto che provvedimenti sbagliati hanno avuto risultati negativi. Negli scorsi inverni, dopo gli assurdi divieti di attività fuoripista da parte dei Comuni abruzzesi (L’Aquila, Roccaraso, Ovindoli…) molte guide alpine altoatesine, tirolesi e tedesche hanno salutato le nostre meravigliose montagne per portare i loro clienti sui Pirenei o sui Balcani.

Dopo l’emendamento Puletti, e l’apertura dei sentieri umbri a moto e quad, migliaia di escursionisti italiani e stranieri potrebbero “votare con i piedi” anche loro, e andare a camminare in luoghi che li accolgono in un modo migliore. La libertà, com’è noto, si applica in molti modi diversi.