La notizia arriva da una comunicazione del 16 aprile, firmata dal colonnello Luciano Sammarone, comandante del Nucleo Biodiversità dei Carabinieri Forestali di Castel di Sangro, e pubblicata nella stessa data sul sito del CAI di Avezzano, che ringrazio per la preziosa informazione. Nella lettera, l’ufficiale ribadisce che l’accesso in Valle Majelama è vietato dal 15 febbraio al 15 agosto, e quello in Valle di Teve dal 1 ottobre al 31 maggio. Si tratta di due casi completamente diversi. In Valle Majelama, che ospita da molti anni un nido d’aquila posto a poca distanza dal sentiero, il divieto è sacrosanto. La sua motivazione, la difesa di una specie a rischio, rende evidente la competenza dei Carabinieri Forestali e della Riserva Naturale Monte Velino. In Valle di Teve la situazione è diversa. Dalla parete del Muro Lungo, che domina la parte iniziale della valle, si staccano ogni anno massi e frane, che a volte investono la carrareccia di fondovalle. Questo non impedisce agli allevatori di lavorare, e agli escursionisti di passare. Qualche cordata, ogni anno, affronta la parete del Muro Lungo, salita per la prima volta nel 1962 da Gigi Panei e Walter Bonatti. I Carabinieri Forestali, in questo caso, si limitano a ribadire un’ordinanza firmata nel 2006 dal sindaco di Magliano de’ Marsi. Si tratta di un provvedimento con poco senso (le frane in Valle di Teve possono cadere anche ad agosto!), preso con il solo scopo di liberare il Comune da eventuali responsabilità in caso di incidenti. Un caso da manuale di quella “illegittima limitazione al diritto di andare in montagna” di cui si è parlato lo scorso 24 marzo a Fonte Cerreto. Ci auguriamo che il caso della Valle di Teve venga discusso nel tavolo di confronto sui divieti promesso in quell’occasione da Giovanni Lolli, vice-presidente della Regione Abruzzo.